Di Mirella Astarita. Dal New York Times ci arriva la notizia che a Washington, degli hacker russi hanno rubato 1,2 miliardi di nomi utenti e password di compagnie americane e internazionali. Per gli inesperti questo è il più importante furto di dati della storia.
La base di questi pirati del web sarebbe in Russia meridionale, tra Kazakhstan e Mongolia. Gli hacker, grazie la loro operazione, ora avrebbero accesso a 500 milioni di account email. “Non hanno preso di mira solo aziende americane, ma ogni sito che sono riusciti a raggiungere, dalle imprese della ‘Fortune 500′ ai siti web più piccoli”. Questa la dichiarazione del fondatore dell’azienda di sicurezza informatica ‘Hold security’, Alex Holden.
Dalle prime ricostruzioni si apprende che gli hacker di ‘CyberVor’ hanno raccolto le credenziali degli utenti da circa 420mila siti Internet. Per Holden si tratterebbe di un gruppo di una decina di ventenni che per il furto di dati avrebbe utilizzato server russi.
Le indagini eseguite da Holden rivelano una struttura ben organizzata in cui “c’è una divisione dei compiti,alcuni scrivono programmi, altri rubano i dati”.
Il rappresentante di Holden spiega anche che una volta messi sul web i dati sono vulnerabili, e possono essere sottratti a un fornitore del quale ci si fida, ai propri impiegati, agli amici e alla famiglia. Insomma una volta condivisi sul web i propri dati, indirizzi possono essere raggiunti da quasi tutti.
Le aziende ‘derubate’ stanno già provvedendo a trasferire i propri dati su altre piattaforme.
Il cyberspazio non è il posto più sicuro per ‘custodire’ i propri dati, in quanto può essere ‘facilmente’ raggirato tramite operazioni delicate che permettono il trasferimento dei dati. È stata aperta anche un’indagine per reperire le identità di questi giovani pirati della rete che hanno firmato uno dei ‘colpi’ più grandi mai visti nel cyberspazio.