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Usa 2012: non solo Obama-Romney, gli altri quattro candidati alle Presidenziali

Creato il 04 novembre 2012 da Candidonews @Candidonews

Usa 2012: non solo Obama-Romney, gli altri quattro candidati alle Presidenziali

Continua lo speciale dedicato alle Elezioni negli Stati Uniti. Dopo aver analizzato i sei ‘swing state‘ concentriamoci sugli sfidanti.

Si parla sempre di Barack Obama e Mitt Romney ma vi sono altri quattro candidati alle elezioni Presidenziali di martedì prossimo. Gary Johnson, ex repubblicano candidato dal Partito Libertario; Virgil Goode, un altro repubblicano vicino alla destra cristiana; Rocky Anderson, ex democratico fondatore di un nuovo partito e Jill Stein, esponente dei verdi.

Gli altri candidati negli Stati Uniti

Questi quattro personaggi non sono candidati in tutti in tutta l’Unione, non avendo raggiunto i requisiti per ognuno degli Stati. Assieme raccoglieranno al massimo il 4-6% eppure in passato gli outsider sono riusciti a condizionare le elezioni Presidenziali.

L’evento più recente risale al 1992 quando il miliardario conservatore Ross Perot ottenne a livello nazionale quasi il 19%, non vinse in nessuno Stato però tolse voti determinanti al repubblicano George Bush favorendo la vittoria di Bill Clinton. Nel 2000 il verde Ralph Nader, pur raccogliendo poche preferenze a livello nazionale, risultò determinante in Florida dove George Bush junior vinse solo per 537 voti. Le sue preferenze in quello stato furono 97.421.

Il ‘terzo incomodo’ riuscì anche ad ottenere alcuni Grandi elettori. E’ il caso di George Wallace, governatore democratico dell’Alabama, segregazionista durante il periodo delle lotte per i diritti civili degli afroamericani.

Usa 2012: non solo Obama-Romney, gli altri quattro candidati alle Presidenziali

Nelle elezioni del 1968 si candidò contro il repubblicano Nixon ed il democratico Humphrey ottenendo i delegati di Georgia, Alabama, Mississipi, Lousiana ed Arizona, stati del Sud ad alto tasso di ‘razzismo’ nell’epoca. La vittoria finale andò a Nixon anche grazie alle divisioni del Partito Democratico.

Qui di seguito, tratte da Il Post, brevi biografie dei ‘quattro’ esponenti minori alle Presidenziali 2012:

Gary Johnson

Gary Johnson

Tra gli outsider, Johnson è quello con il curriculum più lungo. Governatore repubblicano del New Mexico per due mandati dal 1995 al 2005, è stato candidato anche alle primarie repubblicane vinte da Mitt Romney. Dopo essersi ritirato alla fine del 2011, ha vinto la nomination del partito libertario a maggio scorso. Il suo programma è simile a quello che ha portato avanti da governatore del New Mexico: lotta alla burocrazia, diminuzione della spesa pubblica, abbassamento delle tasse e depenalizzazione del consumo di marijuana.

Virgil Goode

Virgil Goode

È il candidato del Constitution Party, il terzo partito americano per numero di votanti (è comunque molto distaccato dai primi due, naturalmente). Il suo programma è vicino alla destra cristiana, e si oppone con forza all’immigrazione. Goode è stato membro della Camera dal 1997 al 2008. La prima volta venne eletto con i democratici, ma le sue posizioni fortemente contrarie all’aborto e al controllo delle armi lo fecero spostare verso il partito repubblicano, con il quale si candidò fino al 2008. Dopo aver perso il seggio si iscrisse al Constitution Party, di cui è diventato candidato alla presidenza quest’anno.

Rocky Anderson

Rocky Anderson

Sindaco dal 2000 al 2008 di Salt Lake City, la capitale dello Utah, lo stato dei mormoni, Anderson è una specie di avversario in casa di Romney. Cresciuto in una famiglia di mormoni, Anderson ha abbandonato la chiesa in età adulta ed è molto critico nei confronti del mormonismo. Anche il suo programma sembra l’opposto di quello di Romney: Anderson è per un aumento delle tasse per i più ricchi e a favore di una tassa sulle transazioni finanziarie. Il suo partito è il Justice Party, fondato da lui stesso appena un anno fa per appoggiarlo alle elezioni, oggi è diventato il sesto partito del paese.

Jill Stein

Jill Stein

Outsider tra gli oustsider, Jill Stein, candidata dei Verdi, non ha mai ricoperto alcuna carica elettiva, anche se il partito l’ha candidata due volte come governatore del Massachusetts. La sua candidatura a presidente ha ricevuto l’appoggio del linguista e attivista Noam Chomsky. Il suo programma è basato sul “Green New Deal”, ispirato alle politiche del presidente Franklin Delano Roosvelt dopo la depressione del ’29, e consiste in una forte riduzione delle spese militari e in un aumento delle tasse sui più ricchi. Secondo Stein le risorse così ottenute andrebbero investite con l’obiettivo di impiegare ogni americano senza lavoro nel settore delle energie rinnovabili e della conservazione dell’ambiente.


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