Le banche regionali degli Stati Uniti si stanno preparando a dar vita ad un importante piano di consolidamento del settore. Le conseguenze della crisi finanziaria esplosa nel 2008 ancora si fanno sentire nel comparto finanziario americano, e per questo chi è più in difficoltà - proprio gli istituti di credito di piccole dimensioni - è chiamato a trovare nuovi capitali. E, per chi non ci riuscisse, si prospettano cessioni a banche rivali.
Proprio per questo gli analisti si aspettano un periodo contraddistinto da numerose fusioni e acquisizioni, nel corso dei prossimi due anni, tra le oltre 7 mila piccole realtà del sistema bancario degli Usa. Venerdì scorso, ad esempio, Marshall & Ilsey (istituto presente nell’area centro-occidentale del Paese) ha accettato di essere acquistato per intero dalla canadese Bank of Montreal: una tipologia di operazione che secondo gli esperti sarà ripetuta in molte occasioni. La ricetta, dunque, è molto simile a quella indicata dalle autorità spagnole per “salvare” il sistema della casse di risparmio locali, colpite soprattutto dalla crescita esponenziale dei prestiti “tossici”. Nello scorso giugno si è infatti dato vita ad una serie di fusioni senza precedenti, che ha ridotto fortemente il numero degli attori presenti sul mercato iberico. E la scorsa settimana si è prospettata la creazione del terzo gruppo bancario del Paese, con l’unificazione di sette “cajas”, tra le quali l’importante Caja Madrid. E anche negli Usa, con i tre colossi bancari JPMorgan Chase, Bank of America e Wells Fargo ancora alla prese con la fase di “digestione” delle tante acquisizioni effettuate negli ultimi anni, è probabile che i protagonisti della nuova ristrutturazione siano i player regionali. O, per lo meno, quelli che presentano bilanci ancora solidi e liquidità sufficiente.
Dott Fabio Troglia
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