La competizione tra gli studenti degli atenei d’elite americani come Harvard o il Massachussets Institute of Technology è talmente feroce, che un ragazzo su cinque ammette di usare farmaci stimolanti per passare i test per avere voti alle stelle.
A denunciarlo è un nuovo studio del ‘Cohen children medical center’ di New York che ha analizzato dati e risposte di oltre 600 studenti dei “top” atenei Usa: i ragazzi – ben 1 su 5 – che hanno usato medicinali prescritti per il ‘disordine dell’attenzione, pur senza soffrire della patologia, lo hanno fatto nel 69% dei casi per passare esami scritti”.
Nel 66% dei casi invece i prodotti come il famoso ‘Ritalin’ sono serviti semplicemente per sostenere gli studenti nelle lunghe ore di studio.
Più di un quarto dei giovani ha ammesso di aver utilizzato i medicinali in questione 8 o più volte nell’anno precedente.
Ma a sconcertare gli studiosi è il fatto che più del 30% degli interpellati hanno dichiarato di non ritenere che l’uso di stimolanti equivalga ad un comportamento irregolare e ad una competizione sleale in termini di risultati accademici.
L’utilizzo di farmaci di questo tipo non è una novità tra i giovani laureandi, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ciò che invece preoccupa è l’elevato numero di giovani che assume sostanze che nei fatti “dopano” le facoltà cerebrali. Cifra che è ignota al momento in Italia, mentre sarebbe opportuno conoscere, almeno statisticamente, quanti giovani italiani utilizzano medicinali per sostenersi negli studi, alla luce del fatto che molti di questi farmaci possono essere acquistati a buon mercato online e quindi senza alcun controllo.
Lecce, 3 maggio 2014
Giovanni D’AGATA