Lo smartphone ormai è diventato il nostro compagno inseparabile. Ci sono conservati tutti i contatti, le foto, i messaggi e spesso anche le password!
E se dovessi raggiungere quella via strana, come potrei mai fare senza il Maps di Google?
A quanti di voi è capitato di lasciarlo a casa e di tornare di corsa a prenderlo pur sapendo che avreste fatto tardi a scuola o in ufficio? Immagino a molti e immagino anche che il luogo in cui venga custodito sia, nella stragrande maggior parte dei casi, la mano!
Se ci guardassimo attorno, ci accorgeremmo che almeno 2 persone su 3 sono al cellulare intenti a scrivere un messaggino, giocare a Candy Crush o a fare una telefonata (già, incredibilmente serve anche a questo!).
Fin qui tutto bene. Ma quando siamo seduti a tavola, ammettiamolo, vedere una persona con in mano lo smartphone può essere particolarmente odioso.
Ci sono almeno 8 buoni motivi per evitare di usare il nostro device, almeno quando siamo a tavola:
1) togliamo tempo alla famiglia;
2) ne togliamo agli amici;
3) ovviamente anche al partner;
4) siamo talmente intenti ad utilizzarlo per fotografare i piatti che ci vengono serviti che quasi non ne sentiamo neanche l’odore;
5) usandolo dimostriamo un odioso disinteresse per chi ci sta vicino;
6) non pensiamo più a socializzare nella vita reale: ma sui social si!
7) “solo un messaggio, ecco ho quasi finito, scusate“. Ma sappiamo bene che al messaggio seguirà una risposta, che ovviamente dovremo leggere. Intanto il tempo passa e magari, perché no, ci scappa anche una telefonata.
Da ultimo, ma non d’importanza:
8) non diamo di certo un buon esempio ai nostri figli, soprattutto se a loro ne vietiamo l’uso a tavola (e mentre glielo diciamo siamo tranquillamente su Facebook!)
In realtà tutti questi punti possono essere riassunti e collegati tra loro in un’unica parola: maleducazione!
È innegabile l’utilità di questo device, entrato prepotentemente e inesorabilmente nella vita di ciascuno di noi, ciò nonostante per un minimo di bon ton ma soprattutto per noi stessi, dovremmo provare anche a “lasciarlo andare”, almeno a tavola (ma non solo!).