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USCIRE DI CASA – l’effetto Circo

Da Contofinoa3
GEMELLI. ISTRUZIONI PER L’USO
Sabato, domenica… finalmente si esce di casa!

USCIRE DI CASA – l’effetto Circo

foto Loretta Campomaggi

Per le prime settimane questa era la formazione: Francesco sul suo passeggino singolo; Davide, il più piccino, con il marsupio (indifferente se con mamma o papà); Alessandro e Chiara in due dentro ad una carrozzina.Già vi avevo raccontato del fatidico: “non mi dica, sono tre???? Sono tre gemelli????”.A seguire si collezionano: “Povera mamma”… “Ma come fate?” …. “Cosa avete pensato quando vi hanno detto: sono tre?”… “Ma che fortuna!” …. “Ma sono naturali???” (no, artificiali!!!) … “Che bella famiglia che siete!” …. Per correttezza di cronaca aggiungo anche un “Che disgrazia!”Io lo chiamo “l’effetto circo”… Ed è il clamore che si sviluppa attorno a noi quando oltrepassiamo le mura di casa; sì, le mura… perché per svariati mesi siamo stati inseguiti anche quando andavamo sui balconi.Al mio lamentarmi per questa condizione quotidiana di “caso eccezionale” mi hanno rimproverata e dato della misantropa ed egoista.La questione non è così banale… Coscienti che non tutti hanno nella vita una gravidanza trigemellare, nella nostra famiglia dopo ore di solitudine amiamo condividere tra di noi una normalissima passeggiata. Sottolineo normalissima. A voi capita di essere interrotti per strada mentre parlate con vostro figlio / marito / amico per avere informazioni sulla vostra prole?Francesco molte volte mi ha chiesto per quale motivo ci venivano fatte tante domande… Cosa può esserci di anomalo a tre anni scarsi ad andare al parco con mamma, papà e fratelli? Esiste un motivo, certo, ed è che tu hai molti fratelli… Ok un paio di volte… però poi dopo basta!Non sempre si ha la voglia di stare a spiegare, di raccontare, di elargire sorrisi di circostanza.Tante, tante ma tante volte questo pubblico non pagante ha continuato con un velo di maleducazione a insistere nel porre domande anche quando noi genitori si tribolava per farli stare in piedi, per redimere un capriccio, per consolare il pianto per una caduta, per dare da mangiare, per non perderne uno per strada.Molte volte ci hanno fisicamente bloccato, afferrandomi un braccio, mettendosi a sbarrare il passaggio del passeggino… mai con cattive intenzioni, sempre con il sorriso e con buoni propositi.Non abbiamo così tanto gradito… E ci siamo adattati.Spesso al parco ci siamo andati alle otto del mattino… almeno non c’è coda per salire sulle altalene! Con rapidità il passeggino triplo (grande motivo di attrazione) è stato sostituito; ora ne utilizziamo due doppi oppure uno doppio e uno singolo.Ci sono persone nel quartiere (mai viste prima) che ci incontrano e ci chiedono come stiamo… aggiungendo “sappiamo tutto di voi! Vi conosciamo…”Voglio chiudere questo post con un brindisi ai buoni sentimenti… Abbiamo ricevuto insieme alle parole stancanti, innumerevoli richieste di benedizione.Spesso mi è sembrato di scorgere nelle frasi la voce e la bocca di nonna Rosa, donna grandiosa, madre di undici figli e nonna di non so quanti nipoti, umile persona capace di amare senza alzare la voce o sgomitare. I miei figli stanno bene e noi anche. L’effetto circo, considerato nella sua interezza, può anche essere vissuto, digerito e superato.

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