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USCIRE DI CASA - racconti

Da Contofinoa3

USCIRE DI CASA - racconti

foto Loretta Campomaggi

I nostri gemelli a settembre compiono tre anni; uscire di casa non è più complicato come in passato… ma neanche semplicissimo.Sorvoliamo sui tempi della preparazione… Siamo quasi sempre di corsa perché dormire-cambiarsi-preparare merenda-pipì-scarpe-felpa… di tempo ne occorre.Ad ogni modo, uscire si esce…Si stanno consolidando con nuovi amici, sane abitudini e tempo trascorso insieme; si riesce ad avere aiuto, a volte anche a parlare (!!!), ad avere dei riferimenti…senza mai trascurare i bambini.Ora, la faccenda è questa: anche se quando usciamo siamo in due, non è semplice controllarne quattro che corrono e giocano, in mezzo agli altri bimbi. Se poi ci troviamo a guardare anche i bimbetti degli altri… non vi dico lo stato d’animo.Un pomeriggio di questa settimana, uno dei pochi senza temporale, siamo andati ai giardini. Dopo un’ora Danilo ed io ci siamo guardati; senza dire una parola ci siamo capiti.Saremo diventati stronzi? E più egoisti di quanto già eravamo?Non è semplicissimo per noi stare dietro a ognuno di loro; anche se ormai sono cresciuti e hanno la percezione dello spazio, cadono, si arrampicano in malo modo, mettono in bocca e toccano schifezze… E stiamo alla dovuta distanza dai temi legati ai bimbi rubati…A un certo punto ci siamo accorti che stavamo badando a sei fanciulli; uno affidato da una conoscente che ha portato il figlioletto più piccolo al bar… Certo, la sorella è grande, peccato che si è messa a giocare a nascondino, non la trovavamo e ho perso dieci anni di vita… come se non bastassero quelli che perdo per i miei…L’altro bambino non lo abbiamo mai visto, così i genitori; il papà si è "dichiarato" dopo una mezz’ora che suo figlio stava con noi.Con i miei bimbi ha condiviso (diciamo così) la nostra merenda, i giochi e anche qualche rimprovero mio (dire a Davide di non giocare con i giochi di Francesco no!).A tutti i costi ha preteso di bere l’acqua dalla bottiglia dei miei figli… a quel punto gli ho chiesto per favore di andare dalla mamma o dal papà e farsela dare da loro… Si è arrabbiato molto…Però è andato…Riuscire in un certo tipo di sensibilità non è da tutti; molte e molte e molte cose vengono fatte senza volontarietà. Certo è che la classe della mia amica Stefania io non me la sono fatta scappare; incontrandoci nei giorni di festa, a lei è capitato di prendere al bar qualcosa per le sue figlie. Mai è mancato un piccolo gesto anche per i miei, un pacchetto di patatine da dividere, due barrette di cioccolata per quattro (che è il modo che usiamo sempre noi per non affogare)…E neanche la grazia e la gioiosa disponibilità di Giovanna mi perdo, pioggia e impegni permettendo…Alla fine del nostro pomeriggio ai giardini, la conoscente è stata cortese; suo figlio ha consumato al bar per non “tentare” i miei (e ne sono stata felice); il papà misterioso che temevo si arrabbiasse per l’acqua negata… si è allontanato con il bimbetto arrabbiatissimo e in lacrime e mi ha anche, sorridente, salutato con la mano…Tutto è andato bene. Anche sta volta indenni e contenti per aver passato qualche momento spensierato (!!!) e in compagnia…

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foto Loretta Campomaggi


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