Non basta dire “sì alle unioni civili” in un passaggio politico che riguarda la tuttologia del panorama politico.
E’ come limitarsi a dare una carezza a uno che vuole sposarti, tanto per sintetizzare con il linguaggio mondiale noto a tutti.
La cosa comica nel nostro Paese è che quando si parla di gay sono solo i gay a parlarne, con l’abuso anche da parte nostra di questa dinamica perversa e che fa di molti dei professionisti del settore. Per parte mia, in futuro, di tutto mi voglio occupare tranne che di pari opportunità (o meglio: solo), però questo deve comportare che dalle carezzine nascoste nella tuttologia politica, si arrivi ad un impegno collettivo, continuato ed esaustivo della classe politica moderna e progressista che spieghi al Paese che i diritti sono compendio imprescindibile della crescita economica del Paese. Punto. E’ quasi noioso ripeterlo.
Veltroni è dai tempi del primo Lingotto che si dichiara d’accordo alla regolarizzazione delle Unioni Civili (dicesse matrimonio sarebbe già rivoluzionario e moderno) e lo ha fatto anche nell’ultima ennesima lettera al Paese. Respingiamo al mittente ricordandogli che non ha mai chiesto scusa (e nessun giornalista si sogna di ricordarglielo) per la vergognosa bocciatura che subì il registro delle coppie di fatto quando lui era sindaco uscente e correva per la premiership. Affetto dallo stesso virus di Rutelli nemmeno si presentò in aula. La comunità romana ed italiana questo NON lo dimentica. Non si può tirare fuori la questione quando fa comodo. Dovrei poi comprendere come mai Veltroni risulta alleato con Fioroni dentro il PD e come fa a conciliare questa sua posizione (e lo stesso vale per Testamento Biologico ed altri affini).
D’Alema risulta essere tra i primi firmatari addirittura della proposta sui PACS di Grillini, correva l’anno 2004 e c’erano i DS. Ma come si coniuga questa “firma” seguita anche da quella dei dalemiani al documento dei mariniani sullo stesso tema del 2011, con la tensione all’alleanza con l’UDC che vota come anticostituzionale la legge contro l’omofobia? Perché questa insistenza? Per quale recondito motivo allearsi con degli estremisti religiosi travestiti da moderati?
Insomma, il tema della politica, finalmente, all’alba del 2011, forse per un ritrovato lume della ragione collettivo non sono più le parole, gli impegni, le firme, le lettere, le promesse.
Sono la storia, la credibilità personale e soprattutto i fatti. Le alleanze, tanto per dirla chiaramente, entrano nei fatti. E noi d’ora in poi vogliamo solo quelli e su quelli giudicheremo le persone. Punto.