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Albert Einstein
Le api sono soggette a continui attacchi da parte di parassiti che possono determinarne la scomparsa, ad esempio tre anni fa sono state avviate svariate ricerche per comprendere il motivo della progressiva morte delle api ed è stato accurato che quasi il 70% dei prodotti alimentari destinati al consumo da parte dell’uomo è frutto del settore dell’apicoltura, mentre circa l’80% delle specie vegetali è dipendente dall’operato delle api. La morìa di questi insetti in primo luogo era stata attribuita agli insetticidi utilizzati dall’uomo durante la coltivazione, ma successivamente è stato accurato che questa strage era dovuta ad un parassita che colpiva le api era il “Nosema Ceranae”, un microsporidio proveniente dall’Asia. Una volta scagionati i neonicotinoidi sono cominciate le operazioni di cura per debellare il parassita che poco alla volta si stava diffondendo fra gli appartenenti a questa specie; venne utilizzato un antibiotico sulle api soggette a questa epidemia, il fumagillin, che ha dato risultati più che positivi portando alla guarigione dei soggetti e alla scomparsa di questi sintomi dovuti al parassita. Ma recentemente un altro contagio epidemico è tornato a colpire le api: la Varroa (varroa destructor). Questo parassita di forma bottonosa, dotato di ben otto zampe e di piccolissime dimensioni è in grado di decimare, se non causare la morte dell’alveare intero in brevissimo tempo. Questo parassita viene depositato all’interno della lavra d’ape da parte dell’acaro femmina, successivamente, una volta schiuso il guscio, i nuovi acari si sviluppano insieme all’ape. Si riproducono nell’arco di dieci giorni e il numero di questi parassiti raddioppia ad ogni ciclo di covata. Questa sindrome viene denominata Varroasi, e la varroa, una volta attaccata al corpo dell’ape, la indebolisce succhiandole l’emolinfa e trasmettendo agenti virali RNA. Non si è ancora trovata una cura che possa debellare la presenza di questo parassita all’interno delle colonie che attualmente è il più pronunciato impatto nell’impatto dell’apicoltura. Sarebbe un grave colpo per la nostra vita la perdita di questi piccoli insetti così importanti per tutte le specie vegetali e animali viventi, questo sta a dimostrare quanto delicato sia l’equilibrio esistente in natura tra le varie specie nei diversi ambiti e sta a significare quanto sia importante preservare e conservare le biodiversità per la continuità dell’armonia che regola la vita dell’uomo e della natura sul nostro pianeta; è quindi nostro compito in quanto esseri dotati di intelletto e conoscenza proteggere questo patrimonio che ci permette di avere cibo e moltissime risorse necessarie alla vita di ogni giorno; ma l’uomo con l’implemento delle nuove tecnologie rischia di provocare gravissimi danni all’ecosistema e l’unica conseguenza sarà una lenta agonia del nostro pianeta.
http://scuola.repubblica.it/contributo/un-mondo-senza-api-non-esisterebbe/2613/?id_contrib=172
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