Già sul finire della prima stagione avevo decantato le lodi di questa serie, che tanto per fomentarci un po’ ha creato un piccolo gioiello anche al suo debutto nella season 2, con un prequel della storia che avevamo visto l’anno scorso. Le altre cinque puntate, invece, sono state un ritorno al presente: Milner/Mr Rabbit continua nel suo piano di diffondere Giano tra la popolazione umana, Jessica Hyde è prigioniera del Network, Grant e Ian cercano affannosamente Becky, Wilson si è unito alle schiere del Network, mentre Pietre/Arby cerca faticosamente di uscirne. A tutti questi personaggi se ne uniscono un’altra manciata, tra i quali il più importante: Philip Carvel, padre di Jessica e Pietre e creatore di Giano, il virus che sterilizzerà gran parte della popolazione, creduto morto da tutti e invece vivo ma un po’ pazzo. Mr Rabbit non può diffondere Giano finché non scopre quale modifica Carvel ha apportato alla sua creatura; una modifica che può significare la morte per milioni e milioni di persone.
Non conosco, sinceramente, gli ascolti che Utopia ha realizzato in casa, ma se devo dire la mia credo sia stupido non far continuare fino alla sua naturale fine una serie così ben realizzata. Salta subito all’occhio, infatti, il grande impegno dei tecnici nella realizzazione della serie. Immagini così perfette e una regia altamente ricercata e studiata sono solo le cose che si notano a colpo d’occhio. Per non parlare della storia in sé, capace non solo di emozionarci e farci rimanere col fiato sospeso, ma anche di creare un dibattito interiore sullo scopo ultimo dei “cattivi” della storia e sul fatto se sia effettivamente sbagliato o meno. In parole povere, se la prima stagione di Utopia era fra le serie più belle del 2013, questa seconda stagione merita altrettanto il posto fra le serie più belle del 2014…guardatela!