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“Utveggi”: esce oggi l’album omonimo: un disco tra l’italiano ed il giapponese

Creato il 24 gennaio 2015 da Alessiamocci

Oggi sabato 24 gennaio, esce in tutti gli store digitali l’album omonimo degli Utveggi, band formata da Valerio Mirone (voce), Simone Giuffrida (chitarre, voci), Bruno Pitruzzella (chitarre,voci), Luca La Russa (basso, voci) e Giuseppe Montalbano (batteria, voci).

Il disco è stato anticipato dal videoclip del brano “Tò” (regia di Antonio Cusimano).

Un disco tra l’italiano e il giapponese: il prossimo autunno, infatti,  partirà da Tokyo il tour promozionale

La musica degli Utveggi attinge da vari generi, propongono un repertorio composto da brani inediti e rielaborazioni di classici con un taglio decisamente ironico.

I testi sono in italiano, eccezion fatta per alcuni brani in giapponese. Il gruppo, infatti, sta organizzando, assieme all’agenzia di promozione EtalentBank, un tour promozionale del disco in Giappone nell’autunno 2015, che partirà da Tokyo.

Il disco è costituito da tredici brani, di cui due strumentali (“#1” e “#2”) e uno a cappella (“Millepiedi”), raccontati così dalla band: “le chitarre vibranti de “Il Trucco”, il ritmo recitativo e marziale di “Potosì”, l’atmosfera danzante di “Vampe e coltelli” definiscono il tessuto rock dell’album, mentre venature progressive (“Mangiacarta”), classicheggianti e al contempo hard rock (“Ostinato”) incontrano riff scanzonati (“Postumi”) e un omaggio agli Skiantos (“Le Sbarbine”).

I testi sono ora meditativi, ora ironici, prendono spunto dalla natura e da ricostruzioni storiche fantasiose, così come sospesi tra storia e immaginazione sono i personaggi: un aspirante saggio, un millepiedi, un viandante che si muove tra paesaggi e stagioni, un filibustiere in attesa di giudizio, un portalettere innamorato.

Particolare l’uso della lingua giapponese che ricorre sotto forma di haiku (“Hakama”), in accostamento surreale all’italiano (“Pulizie a Tokyo”) oppure nella conta ricorsiva di mele verdi e rosse in “To’”, il primo singolo dell’album. Alla fine del disco, si cela nascosta una traccia fantasma (“#3”).

 

 

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