Magazine Cultura
A qualsiasi lettore è capitato di parlare del libro che stava leggendo e di trovarsi di fronte qualcuno che lo guardava, con la faccia disgustata, per la scelta del testo. In quel momento ci si sente imbarazzati, il senso di vergogna si diffonde dalla testa ai piedi senza trovare la forza di ribattere. E spesso si diventa paurosamente rossi. Eppure si tratta di lettura, ci diciamo, dovremmo essere apprezzati per questo. Ma nel mondo ci sono tanti tipi di lettori e non sempre sono democratici. Quella che loro praticano è una forma di nazismo della letteratura: selezionano le opere che reputano indegne e le epurano, considerando degne solo quelle di alta letteratura, possibilmente di autori morti o di professori universitari. Chiunque legga altro ai loro occhi è considerato al pari di quello che leggono: spazzatura. Eppure queste persone sono spesso di ceto medio-alto con un grado di cultura elevato. Ma non riescono a eliminare i confini della loro mente. Perché di confini si tratta. Se il territorio della lettura è un mondo, abbiamo il diritto di esplorarlo tutto. Non dobbiamo, se non lo desideriamo, limitarci a una porzione di territorio. Leggere è un viaggio. Chi si mette dei limiti prima o poi quel viaggio lo terminerà. E chi si permette di giudicare le nostre letture va gentilmente mandato aff...
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