V1647 Orionis. Credit: NASA/CXC/GSFC/K.Hamaguchi, et al. Disponibile su: http://chandra.harvard.edu/photo/2012/v1647/v1647.jpg .
Utilizzando i dati combinati di tre telescopi in X orbitanti intorno alla Terra, il Chandra X-ray Observatory della NASA, l’XMM Newton dell’ESA e il Japan-led Suzaku satellite, i ricercatori hanno ottenuto una rara visione di potenti fenomeni che accompagnano un stella nella sua fase di formazione. Un nuovo studio basato su tali osservazioni indica che gli intensi campi magnetici guidano flussi di gas sulla superficie stellare, dove riscaldano grandi aree fino a milioni di gradi. I raggi X emessi in questi punti caldi tradiscono la rapida rotazione della stella in formazione e mostrano che sta ruotando così velocemente tanto da essere sul punto di rottura.
M87 tratta dal video della NASA/Chandra.
Il video disponibile su: http://chandra.harvard.edu/press/12_releases/press_070312.html inizia con le osservazioni in ottico della nebulosa M87, una regione di formazione stellare che si trova nella nostra galassia a circa 13 000 anni luce dalla Terra. La zona viene zoomata in una regione vicina che contiene la McNeil Nebula, per la prima volta notata nel 2004 quando si formò da una protostella chiamata V1647 Orionis, una stella ancora nelle primissime fasi evolutive e parzialmente avvolta nella sua nube da cui si stava formando.
Le protostelle sono stelle in fase di formazione che non sono state ancora in grado di sviluppare energia dalle reazioni termonucleari che avvengono, invece, in una stella comune (pensiamo per esempio al Sole) e che trasformano l’idrogeno in elio nel core centrale. Per V1647 Ori, questa fase avverrà fra alcuni milioni di anni. Fino ad allora, la protostella continuerà ad essere luminosa per via dell’energia molto calda rilasciata dal gas che continua a cadere sulla stella in formazione; gran parte dell’energia è liberata dal disco rotante circumstellare.
Uno zoom su V1647 Orionis mostra un’animazione, una rappresentazione artistica dei campi magnetici e i punti caldi (hot spot) di raggi X migliaia di volte più calde rispetto al resto della stella. Questi hot spot si pensano siano una sorta di impronte dei flussi che trasferiscono gas da un disco che ancora circonda la giovane stella. Si ritiene che gli eventi di riconnessione magnetica – la fonte di energia degli outburst nel nostro sole – vengono ad creare una sorta di canale e a guidare i flussi di gas. La stella, che ruota su se stessa con un periodo di circa un giorno terrestre, ha una rotazione più rapida del disco, e da essa si snodano costantemente i campi magnetici che rilasciano una grande quantità di energia quando tornano negli stati di più bassa energia.
Queste variazioni in X della protostella stanno dando agli astronomi una visione che è sicuramente rara dei fenomeni energetici che accompagnano la fase di “infantile” di una stella di piccola massa.
Il team ha trovato forti analogie tra le undici distinte curve di luce in raggi X basate sui dati di Chandra X-ray Observatory della NASA, di XMM-Newton dell’ESA e del Japan-led Suzaku satellite. V1647 Ori è tra le stelle più giovani la cui rotazione è stata determinata con tecniche basate sui raggi X.
Fonte Chandra X-ray Observatory: http://chandra.harvard.edu/photo/2012/v1647/
Sabrina