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Va in scena il mio libro “Lo sport va in scena”

Creato il 25 giugno 2015 da Sdemetz @stedem
Va in scena il mio libro “Lo sport va in scena”

Ebbene sì: da oggi una mia piccola creatura di 159 pagine va in libreria!

Quando ho inaugurato questo blog, un mio amico, compagno di universitá mi disse: "Poi scriverai un libro!" A me sembrava una cosa incredibile e a quei tempi mi intimoriva anche solo l'idea.

Il blog, infatti, era nato con una sola esigenza: raccogliere in un luogo le tante riflessioni che - via via che procedevo nel mio lavoro - prendevano forma. Avevo bisogno di uno spazio in cui fare ordine. In cui fermarmi a pensare. In cui creare un archivio delle scoperte, delle letture, delle mie esperienze. Niente speculazioni, nè intenzioni di "personal branding".

Poi, effettivamente a un certo punto mi sono resa conto che il blog non bastava. Per fare ordine davvero in una danza interiore di intuizioni che emergevano con un ritmo sempre più insistente, c'era bisogno di altro. Un luogo in cui potessi sviluppare in modo più articolato i pensieri che nel blog, per sua propria natura, possono solo essere accennati o suggeriti.

E così ho aperto una cartella nel mio computer che ho chiamato (e così si chiama ancora!) "forse un libro". Ho, inoltre, comprato un bel taccuino e mi sono messa al lavoro. Appunti, disegni, grafici, citazioni ... all'inizio tutto era confuso, ma una cosa mi era chiara: volevo indagare due ambiti, che nel mio lavoro sono avvinghiati l'uno con l'altro.

L' evento e lo sport. E volevo rispondere ad alcune domande.

Cos'é davvero un evento? Quale é la sua anima? In cosa esprime potenza e dove invece é vulnerabile? E lo sport? Con tutta la retorica che lo accompagna, se lo ripulissi dai pregiudizi, cosa ne rimarrebbe. É iniziato cosi questo mio viaggio: facendo le sane vecchie e antiche ricerche bibliografiche e poi osservando, leggendo, divorando tante, tante letture. Dalla filosofia agli studi economici, dai romanzi ai dizionari.

Ma non era sufficiente. Mi si svelavano scoperte seducenti, ma non bastava. Avevo bisogno anche di materia, di cose pratiche. Di concretezza. Volevo capire se queste seduzioni potevano essere plasmate dal management. Dal fare.

Quattro anni. Fatti di pensieri, di ostacoli, di insoddidafzione, di dubbi, e di scoperte meravigliose. E quando mi trovavo dentro quel flusso magico per cui mi si disvelavano le risposte, sentivo che che potevo insistere con la mia ricerca.

Ora tutto questo ha una forma (un libro di carta), un editore (), e una vita da vivere davanti a sé.

Non é un manuale. É un viaggio. É un carta geografica dentro la quale trovare punti di approdo per non frantumare l'effimero di un evento e per non sporcare la belleza dello sport.

È il mio punto di vista sulla possibilità che abbiamo quando maneggiamo un evento, ma anche sulla nostra responsabilitá. È un libro che mi immagino tra le mani di studenti, di organizzatori di eventi sportivi, di operatori dello sport in genere ( dirigenti di società sportive, funzionari, collaboratori e volontari). Un libro, però, che può incuriosire anche gli organizzatori o gli studiosi di eventi in genere, i professionisti del management e del marketing, ma anche solo gente che ama le contaminazioni. I destinatari sono quelli che credono che la via dell'equilibrio e del garbo siano possibili nell'immensa industria dell' intrattenimento, pure quella che pone una competizione sportiva al centro del palcoscenico.

É inutile dire che sono felice. Ma ora, sta a voi dirmi - se avrete voglia di leggerlo - se questo viaggio può avere un senso anche per voi.

La scheda tecnica del libro e l'indice si trovano qui.


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