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Va tutto bene

Creato il 04 agosto 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

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Dopo aver scritto un migliaio di volte a una che non eri tu, averti rinchiuso le personalità come matrioske una dentro l´altra, dopo averti concesso di stabilire chi fossi adesso è il caso di sostituire quella bocca da bambola e i capelli ogni mese diversi con un libro che aveva già perso le speranze di essere letto, un bloc notes e una biro. Metto su Coltrane, scaldo gli spaghetti, penso alla mia vita giovane morta quasi di vecchiaia, ammazzo le zanzare. Lacrimo sul lavello, piegato che la cucina è bassa, chissà se questa vita è come la volevo, se ne esiste una,  e se ne ho mai voluto una prima di provare a morire quella notte del 2002. Quando non hai capito torni indietro a rileggere, quando ti sei perso qualcosa della vita puoi solo spegnere la luce e aspettare domani.

E poi c´è un´altra cosa. Ed è che non siamo mai contenti, non esiste qualcosa che ci basti, quindi tornano questi momenti in cui non senti all´altezza niente, in cui scrivi cose poco belle ma più vere, in cui sarebbe bello permutare il proprio circo personale con uno stomaco che si apre a un sorriso immobile. Imperturbabile. Guarda me lo segno come appunto a margine.

Siamo più fragili di quello che vorremmo ammettere, più di quello ci potremmo permettere. E perdiamo le cose e le persone come se non fossero nostre, ci dimentichiamo come si fanno le cose semplici, non prendiamo da parte i sogni con discorsetti convinti da fare. Ce le suoniamo e cavilliamo sulle virgole e poi ci cerchiamo senza pietà e senza dircelo. Forse dato che ricordiamo troppo spesso il costo della vita ne perdiamo il valore.

Mi asciugo gli occhi. Coltrane nel frattempo è morto ed è diventato un gran diavolo, su questi orizzonti bagnati non c´è traccia dei tuoi seni cullati sul mio petto, la vita è salita sulla bilancia del coraggio e si sembra più leggera ed io mi facevo tutta la strada indietro a piedi fino a quello che sento di quel che resto di quel che dovrei amare un po´di più. Prendi aria. Guarda che si sta bene. basta sentirsi. Siamo un po´a pezzi ma camminiamo tenuti dal nastro adesivo e spinti dalle ricaricabili. Va tutto bene, anche se cadiamo un giorno sì e uno no, se non facciamo parte di un greatest hits, e non abbiamo foto in cui sorridiamo.

Qui c´è il primo lavello del mondo a bersi delle paure, forse berranno anche i tuoi polsi, poi il sapore unico della tua bocca. Con una carezza ti spolvererò via la salsedine. Di certo vivremo forte io e te. E non ci capiranno come le migliori poesie. Prenderemo casa nel cuore. Resteremo. Va tutto bene, c´è questo web che custodisce tutte le cose, ci sono i pensieri che ti tengono ferma, queste mani che dosano il bene. Perderemo felicità come rubinetti difettosi. Resteremo, come il fermo immagine di una cometa, eccome.

N.d.A

Questo post, stavolta, è vero. Sono io. Lo condivido con voi perché ci siete. Restate.

PS: In realtà mi sento di dovere qualcosa a Vasco Brondi, che è inconsapevolmente qui dentro perché mentre scrivevo avevo in loop mentale la strofa “ora che i nostri aliti fanno delle nuvole che fanno piovere” ad influenzarmi quel che sembrano questi sentimenti. Dettagli. Grazie Vasco. Grazie anche a tutte le donne stupende che ho conosciuto e di cui non mi innamorerò mai, anche voi siete (molto) presenti.



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