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va tutto bene, di arsenio bravuomo

Creato il 13 luglio 2011 da Ladridibellezza
va tutto bene, di arsenio bravuomoFurto, stavolta proprio brutale. Una incantevole combriccola di poeti e musicanti torinesi, sulla quale è mia intenzione scrivere un post più articolato in futuro, annovera tra i propri membri tal arsenio bravuomo (sì, minuscolo, un altro che scrive sempre tutto minuscolo), il cui sito - nel quale potrete trovare poesie, dialoghi e riflessioni - recita come sottotitolo "campàre di campàri".Stanotte l'Illustre ha composto e pubblicato la seguente poesia. E stamattina la sottoscritta l'ha rubata e portata qui a voi.
Buona lettura, ché la possiate assaporare come merita ;-)

va tutto bene

camminavo e scrivevo
 nella testa, certo,
immortali versi
  ma in effetti morti lì
   subito dopo
che già me li ricordo più no
così poi ho pensato che forse l’immortalità è un attimo
come quel concetto dell’oceano tutto riversato in una goccia
(il tao
  dev’esser il tao)
lo so
 son un cialtrone
no’ mi piace il marrone
 a meno che lo si declini
  maròn
e con tutte le prove che ho fatto
  da mattina a sera
 lo so già che imparerò mai
a girare una sigaretta a bandiera
e io che ti voglio tutta intiera
 ti dico
danza
 non smettere mai e
danza
ti dico
 ti va di mantenere la calma?
ci saranno
 preservativi scaduti
  il saporaccio di rossetto
 i peli
  i calzini
 i tanghi
  (meglio se argentini)
i guru mode
  i film i libri le canzoni tutte nei posti uguali
l’entusiasmo di maniera
quel modo d’esser nata sempre tipo il giorno prima
  un senso di c’eri e di non c’eri
e il sudore spesso e volentieri
vivi anarchica e conclusiva
 con gli amori sii sempre molto precisa
scrivi testi di canzoni
scrivine a milioni
adora le scarpe e ti faranno camminare
  e tutte le sensazioni
di senza casa senza direzioni
guarda sempre negli occhi i bambini
nel sesso vendi a poco e compra a molto
ama i cambiamenti
 come fossero nuvole
o torrenti
  o capriole
eppoi non temere mai
 che c’è sempre una soluzione
(male che vada un’endovena al cortisone)
 io vivacchio come quando
 guardi avanti, sì,
 ma non stai per davvero vedendo
come fossi cieco dal di dentro
e camminando e scrivendo
son lì che spero che piova una pioggia diluviana
 o partisse almeno una ballata dylaniana
come se questo giugno non avesse già pianto abbastanza
prendo e butto la cicca a terra
  come non mi hanno insegnato a fare
(su certe robe son autodidatta)
così mi lascerai solo
 con una tosse asinina non troppo faticosa
  una pericardite testarda come un mulo
e una pazzesca voglia
 di prenderlo nel culo
a volte
 la vita
è un grandi negri
 senza l’un terzo gin

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