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Barcellona è Gaudì, e Gaudì è Barcellona.
Già, dopo più di una settimana qui, dovrei smettere di scrivere Barcellona, ma Barcelona. Con una sola "l". Nella lingua spagnola, che sia il castigliano o il catalano, la doppia "ll" si legge "gli", quindi è come scrivere Barcegliona.
Le opere di Gaudì hanno influenzato molto l'aspetto di Barcellona, con la loro architettura dallo stile unico e distintivo, con numerosi lavori sparsi un po' per tutta la città
Anche Antoni Gaudí è Catalano, essendo nato a Reus, provincia di Tarragona, nel 1852 e si è laureato in Architettura nel 1878.
Oggi dedichiamo la nostra giornata alla ricerca ed alla visita di alcuni dei suoi principali lavori, dopo che la Sagrada Familia, la sua opera più famosa, per lui rimasta incompiuta, l'abbiamo visitata nei giorni scorsi.
Iniziamo dal Parco Güell. Un parco dalle forme fiabesche, con costruzioni meravigliose, sculture, mosaici con piastrelle colorate. Il parco nasce come lottizzazione di un'area esclusiva sulle colline che dominano la città. Il progetto però non si compirà.
Realizzato tra il 1900 e il 1914, doveva essere all'origine una specie di città-giardino sul modello inglese. Fu commissionato a Gaudí dal suo mecenate, l'industriale Eusebi Güell, che aveva comprato questa collina, a nord della città. Il progetto complessivo dell'insediamento prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, per un totale di 60 abitazioni, ma fu acquistato solo uno dei lotti e furono completate solo due abitazioni.
Il lavoro di Gaudí è stato molto influenzato dalle forme della natura e questo si riflette nell'uso delle pietre da costruzione, dalle sculture di ferro ricurve, e da forme organiche dei vari elementi.
In una delle due abitazioni già edificate abitò per molti anni lo stesso Gaudí, con il padre e la figlia della sorella, fino al suo trasloco definitivo nel cantiere della Sagrada Família. La città di Barcellona lo acquistò nel 1922, trasformandolo in parco pubblico.
La visitiamo, e sinceramente restiamo un po' delusi.
Tanto è ricca di forme, colori, quasi ridondante nella cura dei più piccoli particolari, tanto essenziale, spoglia, quasi anonima, abbiamo trovato la sua dimora.
Tappa successiva "La Pedrera", sul Passeig de Gracia.
Sul mio web-in-tasca leggo: Casa Milà, detta La Pedrera (cava di pietra), fu costruita tra il 1905 e il 1912 da Antoni Gaudí a Barcellona, in Spagna, al numero 92 del celebre Passeig de Gràcia, nella zona d'espansione dell'Ensanche (in catalano, Eixample), su incarico di Roser Segimon e Pere Milà per il loro imminente matrimonio. Attualmente è di proprietà della Caixa Catalunya, una cassa di risparmio catalana che ne ha fatto un centro culturale. Dal 1984 è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insieme ad altre opere di Gaudí.
Per visitarla si paga uno dei biglietti più cari che abbiamo incontrato in questi giorni.
Sempre lungo il Passeig da Gracia si trova un'altra importante opera di Gaudì, Casa Batllò. Scopriamo che questa sera, con apertura straordinaria serale della casa-museo ci sarà un concerto di rumba. Quindi rimandiamo la visita al dopo cena, d'altronde è sabato sera...
Trascorriamo il resto del pomeriggio passeggiando per il parco della Cittadella.
Cerco sul mio web-in-tasca la pronuncia di Batllò, e trovo una fonetica, in catalano, ancor più incomprensibile. Anzi doppia, bəʎ'ʎo o bəd'ʎo
La Casa Batlló è considerata una delle opere più originali del celebre architetto, ed è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2005.
Nel 1904 Josep Batlló, altolocato industriale del settore tessile, affidò a Gaudí l'incarico di rimettere a nuovo un proprio modesto palazzo sul Passeig de Gràcia, strada eletta dalla borghesia catalana dell'epoca quale sede dei propri spettacolari palazzi.
La costruzione originale era uno spazio molto stretto e allungato e dalla forma rettangolare, che rappresentava sicuramente una sfida per l'architetto catalano.
Gaudí, completò il lavoro in tre anni, modificando radicalmente l'aspetto dell'edificio, rivoluzionando la facciata principale, ampliando il cortile centrale ed elevando due piani inesistenti nella costruzione originale.
Al piano terreno sorgevano le scuderie, destinate successivamente a magazzini, e l'androne comune. Il primo piano del palazzo, il cosiddetto piano nobile, fu destinato ad abitazione della famiglia Batlló mentre negli altri quattro piani furono ricavati otto appartamenti destinati all'affitto.
Il concerto si dividerà in due parti. Una prima parte sulla terrazza del palazzo, che si allunga dalla facciata interna, dove ci servono un drink.
Siamo quasi un centinaio le persone presenti, e la terrazza è appena sufficiente a contenerle.
Nell'intervallo, sulla parete liscia di un palazzo di fianco, vengono proiettate delle immagini animate, in cui si racconta la storia del palazzo.
La seconda parte dello spettacolo si è svolta nel salone principale del piano nobile, con le sue fantastiche vetrate che si affacciano sul Passeig de Gracia.
Sul depliant con il programma della serata si parla di un concerto in due atti, di Javier Van Velthoven e Pablo Despeyroux che con le loro chitarre suonano pezzi di flamenco, tango e rumba.
Noto però che i due signori, molto bravi, che stasera suonano la chitarra non assomigliano molto ai musicisti in foto sul depliant del programma.
Poco male. La serata è stata bellissima. Le magiche forme del luogo, le arie di Rumba, Tango e Flamenco fino a mezzanotte. Tutto molto romantico, da chiudere gli occhi ascoltando la musica, per poi pensare, e aprire gli occhi per viverli li quei pensieri.
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