Archeoturismo: Paola, una vacanza alla scoperta della Costa degli Etruschi
di Martina Calogero
“Il lungo rettilineo di Rimigliano che da San Vincenzo conduce a Baratti, contraddistinto da un’interminabile fila di pini marittimi, è il primo segno della bellezza, dolce e ondulata, che quella terra ti riserva. Appena svolti a destra verso il mare, anche se le colline lo nascondono ancora, percepisci il paesaggio come fonte di serenità e, più avanti, verso il golfo, gli scorci si fanno unici e avverti dentro di te che quella terra così bella racchiude in sé molto di più della percezione visiva del momento. Mentre cammini su quella terra è come se una magia si impossessasse di te e ti conducesse in dimensioni sconosciute”.
Queste sono le prime impressioni di Paola che ha scelto di vivere una vacanza alla scoperta delle bellezze archeologiche e naturalistiche della Costa degli Etruschi.
La prima tappa del viaggio indietro nel tempo è stata il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, che comprende una parte importante dell’insediamento di Populonia, l’unica città etrusca che si affacci sul mare, con le sue estese necropoli, i quartieri industriali e le cave di calcarenite. Una volta varcato l’ingresso del Parco, Paola si è sentita catapultata in un luogo antico e magico, dall’incredibile bellezza naturalistica, dove è riuscita a percepire la vita passata delle civiltà che lo hanno popolato: quella villanoviana, quella etrusca e, infine, quella romana. “Mentre passeggi per l’Acropoli arrivi nel punto dove si trova lo scavo villanoviano che racchiude tre templi, bellissime stradine di basalto molto pendenti ma brevi, i resti di un grande edificio chiamato ‘La Loggia’ dove vi erano le terme. Un fatto che mi ha colpita molto è stato il metodo di costruzione della Rocca di Populonia, realizzazione quattrocentesca edificata con i pezzi dell’Acropoli.“
Spostandosi verso l’interno, Paola è giunta a Campiglia, una cittadina bellissima che le ha ricordato l’Umbria e, particolarmente, Cortone per la sua conformazione in salita. Qui, movendosi in un itinerario medievale composto dai resti della chiesa, delle abitazioni, dell’area signorile e di quella industriale, è arrivata alla Rocca di San Silvestro. “Dalla vista che mi si è presentata una volta giunta in cima a ciò che resta della torre mi ha fatto comprendere subito quanto la sua posizione dovesse essere stata strategica: da una parte lo sguardo corre verso il mare; dall’altra verso la zona di San Silvestro”.
E, infatti, la rocca venne fatta costruire fra il X e l’XI sec. dai Conti della Gherardesca per proteggere il sottostante villaggio di minatori che serbava ricchi giacimenti di argento e rame.
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