Tempo di ritorni nella piccola città, dove ad accoglierla la ‘povna trova un cielo drammatico, sehr Romantisch, di quelli che smentiscono la parola “inverno” coi colori prima che coi gradi, e le fanno capire, banalmente (nonostante la nostalgia per gli amici del nord la attanagli prima ancora della partenza) le ragioni per cui sta bene (anche) dove sta.
Poi corre a casa, mette su una lavatrice, si cambia e si stira, tutta carina con il vestito bello, e se ne va al compleanno della Venexiana, che chiude le loro feste come da tradizione, da tanti anni a questa parte. Al nord lascia, oltre a tanta nostalgia, come ha ben detto, i suoi amici traslocanti, qualche film, tante cene (per le quali ha cucinato una serie assai notevole di manicaretti – tra i quali spicca la crostata di frolla di castagne con crema pasticcera alla ricotta e cannella, e marmellata ai tre agrumi, limoni, pompelmi e arance), due ristoranti etnici buonissimi, le sue nuotate (ovvio, alla Solari e alla Cozzi), ma soprattutto la quiete riposante della casa di Thelma, dove le due cugine sono state accompagnate, giorno dopo giorno, dalla cura accudente e sfusacchiante del gatto Semolino.
Mentre scendeva a sud, sul treno folle, per farsi passare lo strunguglione, ha chiacchierato un sacco, con BibCan, con Thelma stessa, con gli Amicolleghi e con chi c’è (nel) bisogno, stendendo pezzi di un bilancio delle due settimane di vacanza che, cifra per cifra, fa così:
– 4 piscine
– 4 case
– 4 letti
– 3 cinema
– 2 pranzi di gala (natale e capodanno)
– 2 cene strutturate (quella di fine anno, e il 28, per il post-natale con Mr. e Mrs. Mifflin)
– 13 sere conviviali su 14
– 11 giorni di piscina su 14 (saltate solo le feste comandate: 25, 26, 1)
– amici visti (una o più volte): una trentina secca (Connie, Streghetta, Robocop con la loro micro-figlioletta Anarchia, Scovolino con a sua volta moglie e figlia, Thelma, Chandra, l’Ingegnera Tosta, Spersa, Piton, BibCan, Bertina, Flipper, e figli, l’Onorevole, Von Kant, Norma, Patty, Ghiaia e il Quasi Acrostico, il Berlinese con moglie, l’Ingegnere e l’Ingegnera, lo Stropicciato, Val-di-Non, Viola, con l’Altra, la Venexiana con il marito e Regina, Otto – a fare solo il conto a spanne);
– tendenti a zero le rotture di coglioni.
Si tratta di un bel bilancio, senza dubbio, anche perché tutta questa quantità, che di per sé potrebbe dire pure poco, volendo, si è fatta qualità, sempre, il che vuol dire scelta: perché la ‘povna, dopo un autunno passato quasi sempre a sentirsi tirare per la giacca, ha goduto il privilegio di fare, sempre, giorno dopo giorno, esattamente e proprio quello che voleva fare.
Sono mancate un po’ di letture – i libri letti si fermano a tre e un pezzo, in tutte le due settimane di vacanza, ma pazienza. E anche qualche colpo di sceneggiatura imprevedibile, se proprio la si vuole dire tutta.
Ma si tratta in assoluto di finezze. Proprio per questo la ‘povna, mentre stende lavatrici, e si prepara a una giornata, domani, di spesa e di lavoro soltanto, non può che dirsi assai contenta dei doni che le ha lasciato, in questa ricca calza, la sua personalissima befana.