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Vaccino i miei figli perché è giusto (non solo per loro)

Da Mammachevita @mammachevita_g

Vaccino i miei figli perché è giusto (non solo per loro)

Mi rendo perfettamente conto che con la stesura di questo post probabilmente mi creerò più nemici che altro.
Mi rendo conto che darò modo "al mondo" di giudicarmi, additarmi, offendermi se è il caso (anche se spero sempre nel rispetto reciproco) e di esorcizzarmi per le fasi che seguiranno queste parole.
Mi rendo anche conto che visti i trascorsi degli ultimi giorni sull'argomento, sto cavalcando un onda emotiva che non dovrei nemmeno pensare di sfiorare con il pensiero sia perché non è mai stata mia intenzione approfittarne e sia perché sarebbe sempre meglio aprire certi argomenti quando gli animi di tutti sono un pò più quieti.

Non ho potuto però fare a meno di buttarmi nella mischia della polemica nonostante abbia tentato con tutte le forze di tenermi alla larga dall'argomento facendo da spettatrice nei confronti di terze parti dopo che, condividendo (in tutti i sensi) un post sulla pagina Facebook del mio blog, sono stata attaccata in modo secondo me eccessivo sentendomi giudicare non solo sotto un profilo pubblico ma anche privato.
Per questo ho deciso di scrivere questo post dettato un pò dalla rabbia e un pò da quella parte di me che invece è riuscita a rimanere lucid a durante tutto il periodo della discussione.

Come si potrà immaginare il tema in questione era proprio il temuto discorso dei vaccini.
Esistono diverse scuole di pensiero sull'argomento soprattutto da parte di chi come me, deve affrontare e mantenere alcune scadenze consigliate dal pediatra per quanto riguarda la tutela dei propri figli. Vaccinare è importante e, in molti casi, è considerato obbligatorio. Questo obbligo però porta molti genitori (me compresa) ad uno stato d'animo di ansia totale sia per il gesto che precede la situazione, che porta a veder soffrire il proprio figlio con un atto come una puntura ,sia nella fase che sussegue quando devi attendere in sala d'aspetto che non vi siano eventuali complicazioni causate proprio dall'azione in se.
Vivere questo momento a cadenza periodica quindi non è proprio una passeggiata e io che che per la seconda volta sono nel pieno della fase con il mio bimbo di 14 mesi credo di poterlo affermare.

Spesso per quante domande si possano porre al pediatra, per quanto si possano leggere riviste, articoli o informarsi in qualsiasi modo immaginabile possibile, si può non essere comunque pronti al momento zero. Come per questo argomento e come per molti altri, si arriva davanti all'esecutore con più domande che risposte ma si cerca di farsi forza e a volte di incrociare le dita come se si stesse giocando alla roulette.
Anche per me è stato ed è così. Il mio stato d'animo si annulla davanti ad una siringa, davanti al pianto di miei figli, davanti alla preoccupazione delle mille domande del se avrò fatto bene, davanti alle reazioni spesso febbrili che hanno fatto star male i miei bambini nei giorni successivi alla puntura e l'unica cosa che ogni volta mi far andare avanti è la consapevolezza di aver fatto una cosa coscientemente giusta.

In molti non la penseranno come me. In molti hanno avuto, hanno e avranno la convinzione che fare i vaccini è un male. In molti credono che sia una scelta che espone inutilmente i propri figli a pericoli per la quale non si sa se effettivamente in un futuro ci sarà la possibilità di poter essere contagiati e proprio per questo in molti decidono di rassegnarsi usufruendo della sola possibilità dei controlli obbligatori senza avvalersi dell'occasione di completare l'opera anche con i vaccini raccomandati.
Non giudico chi ha questi timori che da mamma mi sento di rispettare perché so cosa vuol dire temere per la salute dei propri figli ma questo non deve portarmi ad abbassare la testa condividendo lo stesso pensiero.

Spesso mi capita di sentire frasi del tipo: " io da piccolo non ho fatto quel vaccino, ho contratto la malattia e non mi è successo nulla" Buon per te! Anche io durante la mia infanzia viaggiavo a bordo dell'auto di mio padre senza seggiolino, senza cintura e seduta nel sedile lato guida ma non per questo il mio comportamento era corretto e non per questo i miei genitori facevano bene ad assecondare i miei capricci con la scusa del " ma io soffro la macchina". Nonostante sia cresciuta cos' io non faccio fare ai miei figli un solo metro senza essere correttamente sistemati nei loro seggiolini auto.
Mi è semplicemente andata sempre bene: è questo il punto.
La stessa cosa infatti (almeno per me) vale per i vaccini. Un tempo non erano obbligatori e quando non si vaccinava le persone venivano esposte a gravi rischi. Perché non bisognerebbe approfittare della tecnologia moderna per assicurarsi una tranquillità in più per le persone che amiamo, per noi stessi e per quelli che ci circondano?
Le vaccinazioni, oltre che costituire un beneficio per il singolo, hanno anche una valenza sociale. Questo fenomeno è ben studiato e si chiama "immunità di gregge": una comunità di vaccinati contro una malattia contagiosa (ad esempio la pertosse) protegge anche le "pecorelle" che non hanno la copertura del vaccino.
Per pecorelle vengono intese quelle persone che non hanno potuto vaccinarsi e per chi è stato vaccinato ma il vaccino non ha attecchito (perché anche questo può succedere). Ovviamente, anche chi, in assenza di particolari problemi, rifiuta di vaccinarsi gode di questa protezione ma questo tipo di comportamento può essere considerato immorale e irresponsabile: se in tanti lo adottassero, le pecorelle sfortunate resterebbero senza la protezione del gregge.

Contrariamente a quanto si pensa infatti alcune malattie dell'infanzia come il morbillo e la rosolia non sono sempre benigne, ma possono provocare complicazioni gravi e danni permanenti. Per questo la vaccinazione è tra le più importanti attività di promozione della salute ed è il mezzo più efficace per eliminare o contenere la diffusione di una malattia infettiva; inoltre l'immunizzazione di tante persone, crea una barriera che impedisce la circolazione dello specifico germe, in maniera tale da proteggere anche chi, per vari motivi, non può essere vaccinato. Vaccinare quindi non tutela solo la salute dei piccoli ma di tutta la collettività.
Nonostante tutto però continuano ad esserci pareri contrastanti che portano a non eseguire i vaccini "raccomandati" (ma spesso fortemente consigliati) conseguentemente anche a voci false e allarmanti sull'uso dei vaccini: quelli attualmente consigliati generalmente non danno reazioni gravi. Qualche volta possono causare un po' di febbre, arrossamento, gonfiore e tensione/dolore nella zona dell'iniezione, ma questi effetti collaterali si risolvono in 2-3 giorni. Le conseguenze gravi, in realtà, sono rarissime: certamente meno frequenti delle complicazioni delle malattie che vanno a prevenire.

Non voglio essere provocatoria nei confronti di chi non la pensa come me, di chi ha sposato la filosofia del " io non vaccino mio figlio". Non me la sento e non voglio prendermi la responsabilità di giudicare chi ha deciso per il NO: io non sono un medico, non sono un pediatra e ne tantomeno ho la presunzione di volermi/potermi sostituire a uomini e donne di scienza. Ma ho un mio modo di vedere le cose, ho un mio modo di pensare e di reagire, ho un mio modo di vivere e tutelare i miei figli e proprio per questo ho deciso di esprimere il mio pensiero per dare forza a chi la pensa come me tra le critiche e i giudizi; perché "il diverso" è sempre condannato dall'inconsapevolezza innocenza.

Sono una mamma che ha deciso di vaccinare i propri figli nonostante i timori, le paure, le perplessità e le domande (anche quelle senza risposta). Sono una mamma che ha scelto una strada cercando di superare la propria ignoranza tentando di informarsi al meglio e decidendo con il proprio marito cosa fosse più giusto per i nostri figli e se tornassi indietro, prenderei le stesse identiche decisioni convinta di aver fatto la scelta migliore.

Fonti: mammaepapà.it della quale i contenuti medici sono prodotti da Pediatra On Line

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Vaccino i miei figli perché è giusto (non solo per loro)

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