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Vademecum del pianista per la danza

Creato il 16 novembre 2012 da Pioggiadinote

Vademecum del pianista per la danza

Ecco qua alcune nozioni indispensabili per il pianista che, volonteroso o rancoroso, ancora ignaro si avvicina per le prime volte allo sgabello di un pianoforte in una sala di danza.

1) Sappiate ben leggere nel pensiero. Sottolineo: bene. Talora i maestri di danza  sono dotati di nature complesse ed enigmatiche come sfingi, ma i loro pensieri non devono avere segreti per voi, poichè molti aspetti ritmici dinamici formali dei loro passi resteranno appunto nelle pieghe occulte delle loro menti e non verranno diversamente esplicitati. Ma voi ce la farete.

2) Veniamo al sodo. Se un insegnante di danza sbaglia nel conteggio mentre mostra il passo, sforzatevi di sbagliare anche voi. Nei limiti del possibile… Non fate quadrare ciò che non è quadrato. Quando ascolterà e vedrà il risultato se ne renderà conto. E voi datevi comunque la colpa, fate finta di non aver capito.

3) Se un insegnante sbaglia nell’accentazione, confondendo battere  e levare, fate come dice. Anche in questo caso se ne renderà conto. Potreste ignorare il problema, perchè voi avete capito che cosa voleva veramente, ma non sarebbe utile.

4) Quanto detto sopra può valere, a parer mio, in tutti i casi, specialmente in quelli vistosi, in cui l’insegnante si spiega male. Non regalategli musica ideale, perfettamente adattata, come fosse un’emanazione del loro pensiero. Ogni insegnante, anche quello a cui siete legati da lunga consuetudine, ha il dovere di spiegarsi, ovvero di dare forma musicale intellegibile al passo.

4) Non esiste “una musica per il fondu”, né per il tendu, né per “un salto”. Un fondu può essere accompagnato da un tango argentino, un tango-habanera, un adagio in 2\2 suddiviso oppure no, un adagio in 4\4, un adagio in 6\8, persino in 3\4, un valzer, una czardas…a seconda della scuola di riferimento, o dell’area geografica, o dei gusti. Quindi esiste molta musica che può andar bene per un fondu, e moltissima per un tendu o un salto: l’insegnante che vi fa una richiesta generica deve saperlo (e molte volte non lo sa. Si aspetta un 2\2 lento, al massimo un tango. Ma voi non dovete fare ciò che egli “si aspetta”. vedi oltre).

5) Il rapporto maestro e pianista deve somigliare a quello tra musica e danza. E’ intimo - deve esserlo - e rispettoso. Quindi la spiegazione del passo non dovrebbe svolgersi come un indovinello: deve essere chiaramente profferita, non bisbigliata dall’angolo opposto della sala. Pretendete sempre chiarezza.

6) Certi insegnanti vivono la classe come se fossero sul palcoscenico. Recitano e amano fare i personaggi. Meno spesso, ma ciò avviene anche tra i pianisti accompagnatori. Vi auguro di incontrare e poter lavorare con l’insegnante che meglio si accorda alle corde vostre.

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