Condividendo il tema delle bioplastiche e delle plastiche compostabili si riporta di seguito alcune informazioni utile per comprenderne la loro definizione, conoscenza ed utilizzo.
Per quanto riguarda gli imballaggi etichettati come biodegradabili si precisa che per essere considerato sostenibile, un materiale deve garantire un certo grado di biodegradabilità e la possibilità di essere compostato ovvero al momento in cui diventa un rifiuto deve poter essere reinserito nel ciclo naturale, spesso a supporto delle attività agricole in veste di fertilizzante.
L’impiego delle bioplastiche è comunque limitato. Questi materiali, infatti, non hanno ancora sostituito completamente le plastiche derivanti dal petrolio (PET, PP, PE … ) utilizzate nella gran parte delle produzioni industriali.
Le plastiche biodegradabili e compostabili vengono utilizzate soprattutto nel settore delle shopper e del packaging per gli alimenti. È possibile trovare questi materiali “amici dell’ambiente” ad esempio tra le shopper personalizzate Celvil e riconoscerli grazie alla presenza, sui prodotti, della Certificazione Vinçotte Uni –En 13432, uno dei marchi di certificazione che garantiscono un adeguato livello di biodegradabilità e compostabilità.
Secondo l’Ispra lo scorso anno la raccolta differenziata dell’umido, in Italia, è aumentata del 9,5% rispetto al passato. Un risultato che mostra come, malgrado il nostro Paese sia ancora indietro rispetto a molti paesi europei, la cultura della sostenibilità si stia lentamente diffondendo.
(fonte: http://www.ambientequotidiano.it)