Riceviamo e pubblichiamo
Siamo all’epilogo. Anche i dipendenti regionali godono di una sorta di “canale preferenziale” di buona uscita arrivando addirittura a delibere fatte ad hoc per prolungare il periodo di contribuzione oltre i termini previsti dalla normativa in materia previdenziale.
Quale sia la ratio che abbia portato l’amministrazione Regionale ad revocare la nota n. 175845 del 29/11/2012 in cui comunicava il collocamento a riposo di un proprio dirigente a decorrere dal 01/09/2013 salvo poi revocarla poiché il dipendente in questione, avendoci ripensato, riteneva vi fossero “inderogabili esigenze di ultimazione di programmi in itinere per i quali si necessita di dare continuità fino al loro perfezionamento” non è dato sapere. In altre parole, se è vero che esistono normative in materia che indicano termini e procedure per i pensionamenti dei dipendenti regionali (Cfr. Legge regionale Umbria n. 14 del 2011), è altrettanto vero che tali normative valgono fintantoché il dipendente ex-collocato a riposo non ci ripensi valutando unilateralmente che il bene dell’Amministrazione sia che lui, proprio lui e nessun altro, continui a lavorare nonostante vi siano in Regione ben 7 dirigenti in posizione di supporto (cioè senza la responsabilità di una struttura operativa). Il risultato? La Giunta regionale adotta una Delibera (n.551 del 3/6/2013) con cui prolunga così di ben 12 mesi il contratto del dirigente “indeciso” con un effettivo aggravio economico di spesa per le casse della Regione dell’Umbria di circa €75.000,00.
Alcune domande sorgono spontanee:
1. Quali sono le scelte e le motivazioni che hanno portato la Regione Dell’Umbria a deliberare una determinazione di allungamento del periodo di lavoro anche se il dipendente aveva già notificato l’accettazione del pensionamento?
2. Con questi precedenti di dubbia legittimità ed interpretazione quando mai sarà risolto il problema della disoccupazione e del turn over nella Pubblica Amministrazione?
3. Come mai si creano delle determinazioni che vanno ad annullare la ratio oltre che la lettera delle disposizioni legislative nazionali e regionali che regolano la materia ?
4. Perché al “pensionando” non è stato affiancato un dirigente (uno dei 7 già pagati ed in posizione di supporto) che avrebbe potuto validamente prendere il suo posto?
5. L’istituto della mobilità è forse in disuso presso la Regione Umbria?
In Umbria non mancano casi più o meno “oscuri” come quello appena narrato. Certe vicende dovrebbero quantomeno far sobbalzare dalle poltrone i responsabili del controllo amministrativo e contabile ma il silenzio e l’oblìo, almeno in Umbria, prendono spesso il sopravvento. Le difformità amministrative, contabili e procedurali che lasciano il cittadino inerme di fronte alla scarsa trasparenza degli enti locali territoriali, richiedono la necessità di richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica e di tutta la cittadinanza al rispetto a tutte quelle azioni contrarie ai principi del buon andamento e dell’imparzialità dell’ Amministrazione sancite dalla nostra Carta costituzionale e dalla normativa nazionale e locale.
Il Movimento Cinque Stelle di Perugia fornisce questo indirizzo email che potrà essere utilizzato da chiunque volesse far conoscere altri casi di dubbia trasparenza, come quello esposto e segnalatoci da un dipendente regionale, di cui si sono rese protagoniste le Amministrazioni pubbliche .
Movimento 5 Stelle Perugia