Tra lavoratori ed indotto saranno circa 200 i posti di lavoro che entro giugno verranno certamente persi perchè i manager dell’OCV hanno stabilito la delocalizzazione della fabbrica in Cina o in Malesia.Attilio Caviglia, sindaco di Vado Ligure al Secolo XIX ha dichiarato “ Un massacro sociale .La chiusura avrà drammatiche conseguenze socio-economiche per il nostro territorio. Altri posti di lavoro importanti che se ne vanno e in un momento come questo proprio non ci voleva” Immediato pure l’intervengo dell’assessore regionale alle attività produttive Renzo Guccinelli che dichiara “La situazione difficile si sapeva, speravamo che una decisione così non arrivasse mai, è un fatto pesantissimo per il territorio vadese e savonese, se pensiamo anche all’indotto, apriremo subito un tavolo istituzionale con azienda e sindacati. Con le multinazionali è complicato trattare ma è giusto che si apra un confronto per trovare una possibile alternativa” Intanto con molta probabilità a breve sarà stabilito pure un tavolo programmatico con il governatore Claudio Burlando. Dietro alla scelta degli “americani” c’è certamente il problema dell’alto costo per l’approvvigionamento della corrente elettrica fatto conosciuto già dal 2009.
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Ma gli AD di Owens Corning hanno spiegato che l’OCV di Vado non è in grado di operare in maniera profittevole e,sopratutto che la decisione è stata presa in ambito di un programma di riorganizzazione aziendale che deve comunque tenere presente l’obiettivo di salvaguardare la competitività del gruppo in tutta Europa, mentre pare che negli ultimi anni lo stabilimento di Vado avrebbe perso almeno 15milioni di euro all’anno e, i costi di mantenimento della fabbrica sarebbero superiori almeno del 50% rispetto ad altri siti.
Per i lavoratori OCV attualmente resta solo la speranza della Cassa Integrazione.
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