Vadoinmessico: Live @ Lo-Fi Milano (18.05.12)

Creato il 22 maggio 2012 da Figurehead @figureheadblog

I Vadoinmessico sono un classico esempio del mio pessimo tempismo. Un’ottima band londinese, nata dalla mente e dalle note di un musicista italiano, che io vengo a conoscere solo pochi giorni dopo il mio rientro in Italia dopo 4 anni a Londra.

Da quel momento li marco stretti, al limite dello stalking, fino a che non mi pubblicano una bella data a Milano, in occasione del tour di Archaeology of the Future.

Il concerto dei Vadoinmessico ha luogo all’Arci Lo-Fi, un posto piccolo ma molto carino e che organizza bella roba; unica pecca: è perso tra i capannoni da parte ai binari di Rogoredo…non andateci con i mezzi come abbiamo fatto noi! Arriviamo accolti dai topi e restiamo tutta sera con l’angoscia di quella strada, non solo con i topi, ma ora anche buia nera, per tornare alla stazione.

Io non sapevo cosa aspettarmi da loro. Il disco è molto carino, i pezzi sono belli e ben registrati…tutto suona veramente pulito. Da qui la mia preoccupazione perché spesso in queste situazioni, se i pezzi non sono suonati con altrettanta precisione e l’acustica del locale non è all’altezza, il risultato perde un po’ di qualità.

Invece i Vadoinmessico, sul palco si reinventano, iniettando ai pezzi un’energia travolgente in cui si legge un entusiasmo e una complicità che è veramente poco comune. I pezzi sono quelli: scritti bene e con tutte le parti ben equilibrate, non risparmiano qualche sorpresa armonica e non sbagliano un colpo sia che si tratti di una melodia vocale, di un arrangiamento o di un crescendo. E i ragazzi sul palco amano ogni nota che suonano e suonano in un modo, coinvolgendo ogni muscolo del corpo, scambiandosi gli strumenti, agitandosi, saltando e ridendo sul palco che ti vien voglia anche a te di saltar su e fare casino con loro.

E ci mettono veramente poco a coinvolgere il pubblico, stretto attorno a loro nella saletta del Lo-Fi, tant’è che alla terza o quarta canzone si fermano per un errore che io nemmeno ho notato e riprendono fra l’entusiasmo e l’incoraggiamento del pubblico. Una festa. Perché è questo uno dei loro punti di forza, non sono sul palco per fare bella figura ma per suonare, divertirsi e far divertire.

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Il genere non lo so descrivere…un’altra incarnazione di quel pop folk contemporaneo che strizza l’occhio al mariachi, mi fanno pensare a Local Natives, Fleet Foxes, Animal Collective e Beirut, ma con anche qualche tono più scuro che mi ricorda invece gli O’Death.

Anche quando si calmano un attimo, a metà concerto, con un paio di canzoni più soft, non smettono di trasmettere emozioni e coinvolgerci in quello che stanno creando sul palco, per noi e assieme a noi.

Ora, una piccola nota. Premetto che non mi interessa avere una scaletta da commentare passo passo, e che sono una frana a ricordare i titoli però ho perso gli appunti che ho preso durante il concerto e il foglio che mi hanno dato spacciandolo per scaletta è un elenco di appunti senza alcun titolo.

Per concludere ci regalano un bis con un pezzo eseguito da Giorgio soltanto, chitarra e voce, uno di quei pezzi eseguiti in un modo che non lo puoi studiare…o ce l’hai dentro la musica o non lo puoi fare, seguito da una bellissima ed esultante versione di Teeo.

Vi copio qui sotto i loro pezzi su soundcloud e vi invito a comprare il loro disco perché meritano sul serio, e poi non ce n’è: andate a sentirli dal vivo se ne avete occasione.

Per dovere di cronaca ricordiamo che non siamo dovuti tornare per strade buie con topi mannari ma siamo stati scarrozzati fino alla civiltà. Grazie alle due misteriose e simpatiche ragazze che ci hanno salvato!

I loro link:
facebook | twitter | tumblr | youtube | Archaeology of the Future

Foto di Martina Brit


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