Pensai al viaggio concluso.
Ero partito per cercare i miei triestini con addosso la divisa dell'Impero sconfitto. Ma quando avevo trovato le loro tombe sui Carpazi polacchi e in Ucraina, e con esse quelle di altri italiani "sbagliati" come i trentini, non mi ero più potuto fermare.
Mi ero spinto fin sotto le nubi delle Argonne e nel fango delle Fiandre, con l'idea di scrivere anche di loro.
E ora mi ritrovavo, senza volerlo, di nuovo sul fronte italiano. Il cerchio si chiudeva alla perfezione.
Me l'avevano detto i Centomila di Redipuglia: vai a cercare la guerra degli altri, per capire che uomini eravamo noi, cresciuti a polenta e niente.
(Paolo Rumiz, Come cavalli che dormono in piedi, Feltrinelli)