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Il vaiolo è una malattia infettiva che per oltre 10.000 anni ha piagato il genere umano, uccidendo milioni di persone o lasciandole indelebilmente segnate per il resto della loro vita. Nel corso del XX° secolo, il vaiolo ha ucciso tra 300 e 500 milioni di persone, e l'ultima ecatombe registrata dalla World Health Organization risale al 1967, con circa 2 milioni di vittime e 15 milioni di infetti.
Fortunatamente, grazie alla campagna di vaccinazione effettuata tra il XIX° e il XX° secolo, il vaiolo è ufficialmente stato sradicato dalla popolazione mondiale nel 1979. Gli unici campioni (ufficiali) di vaiolo sono quelli custoditi nei laboratori americani e russi, e il dibattito sulla loro sorte, conservazione o distruzione, va avanti da circa 30 anni.
"Se fosse distrutto, la questione è che dopo quella data, ogni scienziato, laboratorio o Paese che custodisce campioni di vaiolo sarebbe colpevole di crimine contro l'umanità" spiega DA Henderson, direttore della campagna per la distruzione degli ultimi esemplari di vaiolo, e autore del libro "Smallpox: Death of a Disease".
"Il vaiolo è una delle cose più orribili che possiate immaginare" continua Henderson. Riferendosi ad uno degli ultimi casi a cui abbia assistito (Bangladesh, 1975), Henderson dice:"Che visione orribile. Queste persone sembravano distrutte, non potevano bere l'acqua che davamo loro, presentavano lesioni orribili, e gli ospedali non erano controllati, con mosche che volavano ovunque...c'era un odore distintivo che permeava quei posti. E' stato descritto come odore di carne in putrefazione, un odore terribile. Non si poteva fare niente per loro".
Il prossimo maggio la World Health Organization si riunirà per decidere la sorte degli ultimi resti del vaiolo. Se infatti l'eliminazione di questo virus ha diversi aspetti positivi come evitare che possa essere rilasciato accidentalmente, o peggio ancor volutamente, la sua distruzione potrebbe mettere a rischio l'umanità nel caso il vaiolo dovesse fare il suo ritorno nel mondo.
Il rilascio accidentale non è una questione da sottovalutare. E' già successo nel 1978, quando Janet Parker, fotografa medica del dipartimento di anatomia della University of Birmingham Medical School, divenne l'ultima persona a morire per vaiolo nella lunga storia della relazione tra questo virus e l'uomo. Il virus era frutto di una coltura di laboratorio, e fu in grado di contagiare la Parker (che 10 anni prima si era vaccinata contro il vaiolo) per via di scarse misure di sicurezza prese dagli operatori del laboratorio.
Ma rendere il possesso di vaiolo illegale, o un crimine contro l'umanità, non rappresenta un forte deterrente per terroristi o "Stati canaglia", che potrebbero custodire in segreto alcuni campioni del virus. La domanda che ci si pone ora è: se il vaiolo dovesse tornare, per mano dell'uomo o per vie del tutto naturali, sarà possibile combatterlo senza la possibilità di fare ricerca sui campioni oggi custoditi nei laboratori americani e russi?
"Sarebbe molto importante avere qualcosa nei nostri scaffali che sia in grado di prevenire o combattere un'epidemia, sia nel caso il virus sia introdotto da un terrorista o da Madre Natura" dice Dennis Hruby della compagnia farmaceutica SIGA, che sta sviluppando una cura per il vaiolo. "E' possibile che gli esseri umani contraggano altre forme del virus del vaiolo, ed è anche possibile che questi virus simili al vaiolo possano riemergere".
La decisione sulla sorte del vaiolo è quindi abbastanza delicata. A complicare il tutto ci si mettono i due Paesi che ancora custodiscono esemplari del virus, e che non sembrano molto intenzionati a liberarsi così facilmente delle loro scorte. Russia e U.S.A. custodiscono gli ultimi esemplari di vaiolo rispettivamente in un laboratorio di Koltsovo (Siberia) e nel Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta.
"Gli Stati Uniti sono assolutamente d'accordo nel voler eventualmente distruggere questi campioni" dice Bill Hall, portavoce del Dipartimento dell' Office of Global Health Affairs americano. "Comunque, crediamo che la data di questa distruzione possa determinare se ci stiamo liberando di una potenziale minaccia o continuando a vivere con il rischio di una nuova comparsa della malattia tramite un uso deliberato del virus. Ecco perchè crediamo che la World Health Assembly dovrebbe suggerire di continuare a custodire questi campioni fino a quando non avremo completato le ricerche".
Anche la Russia giudica prematura la distruzione del virus. Cerchiamo però di essere il meno complottisti possibile, e chiariamo che fondamentalmente tutte le nazioni coinvolte concordano sul fatto che il vaiolo debba essere cancellato dalla faccia della Terra. Il problema è quando farlo, non se distruggerlo.
Anche la comunità scientifica è divisa. C'è chi difende la scelta di custodire il virus per un'eventuale ricerca futura (e per lo sviluppo della prima cura per il vaiolo mai creata, che ad oggi ancora non esiste), e chi invece ritiene che la distruzione del virus non possa che portare giovamento all'umanità intera.
Eckard Wimmer, professore della Stony Brook University, ritiene che la distruzione del virus sia l'unica soluzione praticabile, dato che sintetizzare un virus come il vaiolo può rivelarsi un'impresa particolarmente difficile per chiunque. "Se un governo avesse intenzione di farlo, dovrebbe avere le risorse adatte. Ma noi della comunità scientifica speriamo che questo non succeda mai, dato che chiunque voglia rilasciare il virus si farebbe del male da solo, visto che il vaiolo tornerebbe il libertà".
Che ne pensate voi? Gli ultimi campioni di vaiolo devono essere distrutti per il bene dell'umanità, o conservati per la stessa ragione?
Proposed Destruction of Smallpox Virus Creates Controversy
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