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Val Chisone in giallo.

Da Enricobo2

Val Chisone in giallo. Il fatto è che sono troppo buono. Avevo una domenica programmatissima, dovevo accompagnare la mia gentile signora ad una importante manifestazione di Country Dance, preparare una serie di post a futura memoria, dato che tra qualche giorno non sarò più tra voi (eheheheeh, per non lasciarvi in crisi di astinenza) e sistemare le cose che mi seguiranno in questa pausa meditativa, in un altro spazio terreno, ma quando mi telefona un amico, anche lui proveniente da un altro pianeta e mi chiede di dargli una mano, come si fa a dirgli di no. Dice:- Ho sei cinesi da portare in giro, per favore. - e zac, tutti i programmi a pallino. Così è cominciata una domenica di tregenda, perchè i sei che col mio amico Ping erano ormai i magnifici sette, avevano già in mente un piano preciso, incuranti delle previsioni meteo che pure internet segnalava con precisione. Così, di primo mattino, il pulmino (Xiao Ba) prendeva la strada delle montagne sotto un cielo in cui si addensavano nuvole minacciose. Ho fatto appena in tempo a caricare tre ombrelli, gentilmente forniti dall'albergatore in una hall invasa da un pulmann di spagnoli in visita alla Sindone (gli alberghi a Torino sono ormai fully booked) e il nostro mezzo si è avviato verso l'autostrada mentre cadevano le prime gocce. Tre dei trasportati avevano un k-way leggero su una camiciola estiva. Io ho predetto loro la morte certa per assideramento, ma nessuno ferma la determinazione dei sudditi dell'impero di mezzo, per questo, presto, comanderanno il mondo. Prima tappa, il forte di Fenestrelle, la grande muraglia piemontese. Per carità di patria non ho voluto paragonare il suo kilometro di mura con i 4000 della loro, ma ho puntato su storie di prigionieri e di guerre. In mezzo al piazzale della fortezza, sotto una pioggia ormai battente, ho fatto la mia concione raccontando la storia della Maschera di ferro e del Cardinal Pacca. A causa della nebbia fitta non si vedevano neppure i due palazzi della piazzaforte, ma gli amici si credono sulla parola e forse anche per questo, la descrizione delle balze fortificate e dei 4000 gradini della scala coperta più lunga del mondo sarà apparsa ancor più affascinante. Così almeno era la sensazione dei 14 occhi sgranati che avevano perduto ormai il caratteristico taglio mandorlato o forse a causa dei -2°C, l'immobilità estatica era causata dai primi sintomi del congelamento. Abbiamo allora ripreso la marcia. Sullo sfondo le Alpi Cozie innevate si intravedevano nella tormenta di fiocchi bianchi leggeri che aveva ormai avvolto turbinando, il nostro mezzo che arrancava nelle strette curve verso Sestriere. Breve sosta davanti ai trampolini di Pragelato ed ai simboli olimpici, argomento molto sentito dai nostri e poi via velocissimi verso la Francia per raggiungere una Briançon su cui, il mutevole tempo alpino ci ha regalato una passeggiata all'interno dei bastioni della cità vecchia, sotto un livido raggio di sole. Classica raclette per regalare una emozione di tipicità locale e poi via verso il ritorno, nuovamente sotto una bufera di neve che avvolgeva il Colle. A Fenestrelle, ancora uno stop per mostrare la mia casetta, investigata in ogni suo più segreto angolo, con curiosità tipica dei cinesi alle fiere (vorranno copiarla come modello per un villaggio alpino da fare vicino a Pekino?) e poi discesa a valle nella nebbia fitta per crollare in serata, finalmente a casa, stanchi ma felici della bella giornata trascorsa. Le mie predizioni si sono mostrate molto reali, uno ha vomitato l'anima lungo le curva della Coupura, altri due doloranti per una probabile congestione da freddo. Una vera strage. Forse non compreranno la Val Chisone per farci fabbriche da scarpe e magliette e aprire una serie di Sushi bar finto-giapponesi. Il mio amico mi ha ringraziato con calore. Il fatto è che sono troppo buono.


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