Dopo aver elencato 13 motivi per andare in Val di Zoldo ed uno per evitarla, arrivano le tanto amate e ricercate ‘praticità’.
Come arrivare in Val di Zoldo
La prima informazione è dedicata ai miei simili: gente del sud, abituata a prendere 10 autobus, 128 aerei, 249 treni per raggiungere una qualsiasi destinazione X. Il popolo dei viaggi della speranza insomma. Cari amici bandite dalla vostra mente l’associazione valle -> montagna -> viaggio interminabile di ore, giorni, mesi, anni.
Sappiate che ho raggiunto la Val di Zoldo in metà pomeriggio: volo Ryanair Bari-Treviso; treno Treviso-Conegliano, circa 25 minuti; treno Conegliano-Ponte Nelle Alpi Polpet, 50 minuti e la gioia di mettere piede in una stazione di nome Polpet nonché nel comune più riciclone d’Italia. Di qui meno di un’ora in auto ed eccoci arrivati a destinazione. Non avete alcuna intenzione di affittare un auto? Bene! Zoldobus, un servizio taxi low cost per qualsiasi destinazione, risolve il problema venendovi a recuperare dagli aeroporti di Venezia e Treviso o dalle stazioni ferroviarie di Longarone (la più vicina), Ponte nelle Alpi e Belluno. Qui tutte le info su come arrivare in Val di Zoldo in treno, aereo, taxi e bus.
Dove dormire
Una volta arrivati dovrete pur dormire, e qui scatta il consiglio. Hotel La Caminatha, nella bellissima, fioritissima e silenziosissima Coi. Qui c’è il padrone di casa con la P maiuscola, quello così gentile e tenerello da invogliarti a ritornare solo per godere della sua immensa ospitalità; la signora che fa crostate, torte alle carote e dolci di ogni tipo; una vista spettacolare (e non sto esagerando) sui gruppi montuosi del Civetta e del Pelmo; e poi c’è l’immancabile camino, l’angolo lettura, le stelle alpine e un cavolo cappuccio che fa pensare “dovevo arrivare a 31 anni per vedere un cavolo cappuccio così enorme e non geneticamente modificato!”. Ho avuto solo il tempo di concedermi una seconda colazione, ma sono assolutamente convinta che sia un’ottima scelta per trascorrere la notte.
Cosa e dove mangiare
Mangiare e godere, ormai uno stile di vita.
La specialità: chiamasi pastin, ovvero, simil polpette di carne di maiale, carne di manzo e “conza”, un condimento realizzato con vino bianco, aglio, e spezie varie (segrete come nelle migliori tradizioni). Il tutto accompagnato dalla regina dei monti, la polenta.
Il must: i formaggi di malga e di alpeggio. Mangiatene fino alla nausea, che credetemi, non arriverà mai.
La droga: gli spätzle. Montagna=spätzle, questi piccoli, meravigliosi, poetici gnocchetti di spinaci con panna e speck. Li amo dall’età di 5 anni e li amerò per sempre, la Val di Zoldo mi ha ricordato che certi amori non finiscono mai, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Ringrazio Bianca del Ristorantino ai Lali (ristorantino perché è davvero piccolo e super accogliente) per averli riportati nella mia vita dopo tanti tanti anni.
La scoperta: gli gnocchi di zucca. Mi si è aperto un mondo, giuro. E mi si è aperto alla grande visto che il piatto era esattamente questo: gnocchi di zucca con semi di girasole e crema al caffè. E ciao. Segnatevi questo nome: La Tana de ‘l Ors. Il locale (bello, ma proprio tanto) ha la forma di una tana di orso, i proprietari sono meravigliosi e tutto ciò che ho mangiato, dal girello di vitello con vinaigrette ai finferli al tortino erano perfetti.
Cosa fare
Passeggiate, escursioni, nordic walking, arrampicate e tutti quegli sport fighi da montagna. Per essere proprio precisa precisa vi rimando al sito della Val di Zoldo con l’indicazione di sentieri e itinerari. Tra le tante iniziative vi segnalo “Cammin@zoldo”, attività ed escursioni organizzate in collaborazione con guide alpine, guide geologiche ed esperti per vivere appieno e in modo più consapevole la natura della Val di Zoldo. Piccola parentesi dedicata a fotografi o aspiranti tali vittime del fascino dei colori di fiori e funghi: questo è il vostro regno, credetemi. Nella foto Fraintesa, chiaro esempio di donna in preda a un raptus da fotografia compulsiva .
E alla fine…
E alla fine tornare a casa. Perché? Perché la vita è crudele e qualcuno un maledetto giorno ha deciso che non possiamo vivere in vacanza per sempre. Qualcun altro però ha detto che la felicità è fatta di piccoli momenti, brevi ma intensi, quindi godiamoceli.
Tutte le foto: album