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Valencia is on Fallas

Creato il 23 marzo 2013 da Luciusday
Valencia is on Fallas E' una settimana che non scrivo, e il motivo ve lo avevo preannunciato: sono stato 5 giorni a Valencia, ospite della mia amica Gitana, e lì ci siamo ritrovati con molti amici Erasmus spagnoli dell'anno passato e un mio amico italiano. E' stato strano: la mia prima volta in Spagna, partire dalla Germania mentre iniziava a nevicare ed atterrare poi in una città dove l'ultimo giorno facevano ben 21° C all'ombra. Vestirsi a cipolla è servito a qualcosa - forse per questo la gente piangeva quando mi vedeva. Ok, stop.
Le Fallas sono una festa caratteristica di questa città situata sulla costa della Spagna, e molte persone da tutto il paese vi accorrono per partecipare ai festeggiamenti. Valencia è una città - mi dicono - con circa 800.000 abitanti, ma durante la festa delle Fallas è come se la popolazione raddoppiasse. Un tempo i falegnami erano soliti buttare i residui di legno inutili nelle piazze di ogni quartiere e dargli fuoco; successivamente si è iniziato a costruire di proposito strutture di legno e arrangiare sculture (Fallas, appunto) con questi scarti da deposito, finché non hanno assunto un significato simbolico - bruciare e lasciarsi alle spalle tutto ciò che è vecchio o ingenera tristezza - oltre che essere un degno strumento della satira di costume: spesso le Fallas ritraggono caricature di politici, o di minoranze etniche, icone religiose etc.
La festa delle Fallas comincia a inizio marzo, quando alle due della mattina e alle due di notte vengono sparati fuochi d'artificio, all'inizio in maniera blanda e quasi irrisoria, ma che aumentano progressivamente di intensità fino ad arrivare al culmine, tra il 15 e il 19 marzo, in cui si possono vedere (e sentire, oh sì, i miei timpani a un certo punto sembravano esplodere) spettacoli pirotecnici impressionanti. La notte tra il 19 e il 20, poi, viene dato fuoco alle Fallas sopra descritte, e da diversi punti della città possono essere viste colonne di fumo che si allungano verso il cielo fino alle 4 del mattino. La gente per strada impazzisce, durante le Fallas si è soliti far scoppiare petardi di ogni sorta a ogni angolo della strada e ciò mette un po' di ansia a chi non vi è abituato (¡cuidado! ¡cuidado! ¡cuidad... BOOOOM).
Appena arrivati abbiamo preso a fare le 8 del mattino ogni sera saliendo de fiesta, finché gli ultimi giorni comprensibilmente siamo crollati finendo per addormentarci in ogni posto utile ad ogni momento della giornata. La gente balla per le strade, DJ set nelle piazze, boteillón a non finire. Un paio di volte ho avuto occasione di mangiare con la famiglia della mia amica, ma in genere siamo sempre andati fuori a spizzicare, la maggior parte delle volte facendo il giro della città a piedi. Valencia penso sia la meta ideale per chi va in Erasmus in Spagna, dal momento che la città è alla mano e alla portata di uno studente. Forse un bel Master...?
Gli spagnoli sono senz'altro più simili a noi di quanto lo siano i tedeschi, sia in quanto a cucina, che in quanto a lingua. In cinque giorni credo di aver imparato più spagnolo che in un anno e mezzo, dato che, sebbene tutti gli spagnoli fossero venuti qui in Erasmus, in parecchi avevano lasciato arrugginire il proprio tedesco.  Penso che se avessi fatto un Erasmus in Spagna non avrei incontrato tutti i problemi di comunicazione che ho avuto in Germania, dato che molte, tantissime parole sono simili, o comunque ci si può arrivare con l'intuito; ma penso anche che imparare una lingua per noi più difficile, come il tedesco, dia più soddisfazione, una volta si sia imparato a utilizzarla.
Il 19 le Fallas sono terminate, e già il 20 era come se (quasi) nulla fosse accaduto, dato che si comincia a pulire e smantellare tutti già dopo che l'ultima Falla viene bruciata. Le strade si svuotano, i petardi si quietano e io e la mia amica Gitana siamo andati a fare un giro della città; penso sia l'unico giorno in cui ho parlato sempre tedesco. E' stato un po' come riabituarsi prima di tornare in Germania, anche se al ritorno vero e proprio in Italia, che mi aspetta tra una settimana, credo davvero di non potermi riabituare.
Ci siamo lasciati tutti con la promessa di rivederci, non si sa quando, non si sa dove, non si sa come. Spero di poter continuare a viaggiare così come sto facendo ora e che la amata-odiata Ryanair non chiuda presto i battenti come tempo fa minacciavano le condizioni economiche... fino ad allora, sempre in viaggio.
Pulchra vobis;)
LuciusDay

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