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Valentina Ascione: Carcere uguale pena di morte – Notizie Radicali … e chi altro se ne occupa?

Creato il 16 agosto 2012 da Francescotadini @francescotadini

Francesco Tadini, gallerista di MilanoValentina Ascione, Carceri – Sul sito Notizie Radicali la Ascione ha pubblicato un articolo splendido e riassuntivo sull’inciviltà del sistema carcerario italiano (LINK) che conclude con un semplice ed efficacie paradosso: “… Ma le rivolte, si sa, quando non sono rumorose e violente non fanno notizia. Quella cui si assiste nelle nostre prigioni è infatti una prova silenziosa e composta del grande senso di responsabilità dei detenuti, grazie al quale la polveriera penitenziaria non è ancora scoppiata. Ancora resiste, sì, grazie ai criminali.” Ed è vero. Ho assistito (il sottoscritto Francesco Tadini ha albergato otto mesi in carcere, tra San Vittore e Bollate) ad autentiche prove di sopravvivenza a un rigore e a umiliazioni che non hanno nulla a che vedere con le leggi che dovrebbero regolare l’espiazione di una pena. Dal Corriere della Sera / Roma 14 agosto: “… Sono 7.028 (a fronte di una capienza di 4.838 posti disponibili) i detenuti che passeranno il Ferragosto nelle carceri del Lazio. Il dato è fornito dal Garante per i diritti dei detenuti, Angiolo Marroni“. Dichiara il sen. del Pdl, Luigi d’Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione sanita’ di Palazzo Madama (LINK): “Il carcere di Bari andrebbe chiuso subito: inadeguato per requisiti tecnico-strutturali e per la sua capacita’ ricettiva che e’ tarata per ospitare la meta’ dei detenuti presenti. E la situazione non e’ migliore per il personale e gli agenti di polizia penitenziaria i cui lodevoli sforzi meriterebbero ben altro tipo di trattamento e di riconoscimenti. Le condizioni di detenuti e personale del carcere di Taranto e’ pressoche’ analoga” … E’ la stessa Taranto, la città nella quale è in corso la mobilitazione contro la chiusura dell’Ilva? Se è la stessa città viene spontaneo domandare: il rischio per la salute dei carcerati e della polizia penitenziaria non conta proprio nulla? O ci sarà un giudice che metterà i sigilli a una fucina di suicidi e malattie? Probabilmente no: i cattivi devono morire! O essere sedati, come ricorda ancora Valentina Ascione, con psicofarmaci che in carcere non solo vengono di rado rifiutati, ma sono prescritti con generosità al tacito scopo di sedare il malessere. Per esperienza personale, vi garantisco che è vero: mi è stato allegramente somministrato del Risperdal giusto la sera prima dell’interrogatorio di garanzia. I giornali hanno titolato che “Francesco Tadini” si è rifiutato di rispondere al GIP… La realtà è che ho subito un interrogatorio (decisivo per la decisione del carcere o di una custodia cautelare meno afflittiva) in stato di sonno. Dormivo e non sentivo nemmeno ciò che mi si domandava. La polizia penitenziaria mi ha sorretto, poi, fino alla cella. Mi hanno raccontato che sbattevo contro le pareti dei corridoi. (Questo è successo a Milano nel 2010, non solo nella Siberia dei processi staliniani …) Forse se avessi avuto un avvocato esperto avrebbe potuto interrompere l’interrogatorio e chiedere degli accertamenti medici? Ma questa è un’altra storia: ho ancora troppa paura a parlarne in dettaglio. Davvero paura.

Francesco Tadini

-  Tadini ringrazia Melina Scalise per la cortese pubblicazione on line di queste parole.

Francesco Tadini news, Notizie Radicali


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