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Valeria Chatterly Rosenkreutz. Poesie per lei – di Iannozzi Giuseppe aka King Lear

Creato il 12 marzo 2012 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Valeria Chatterly Rosenkreutz. Poesie per lei

di Iannozzi Giuseppe aka King Lear

a Valeria Chatterly Rosenkreutz,
grande Artista che mai ha tradito sé stessa
dimostrando sempre coerenza, coraggio e bellezza d’animo

(c) Valeria Chatterly Rosenkreutz - https://www.facebook.com/valeria.chatterly.rosenkreutz

(c) Valeria Chatterly Rosenkreutz

https://www.facebook.com/valeria.chatterly.rosenkreutz

http://chatterly.deviantart.com/

Chatterly

Quel magico paradiso che mi promettevi

Ricordo quel magico paradiso che mi promettevi
Giocare alla vita era così semplice allora,
così semplice, tutto a portata di mano,
un mondo di miracoli da accettare
con gratitudine di lacrime senza vergogna
Com’è potuto passare inosservato tutto questo?

Gli anni passati a inseguire gli aquiloni
hanno fatto presto a farsi grigi,
e la neve dal mio cuore non s’è più sciolta
guardando con finto coraggio
a quel cielo infinito che dicono esser opera di Dio
Vorrei poter tornare indietro, tornare indietro
e riprendermi tutto quello che ho perduto
sfiorandolo per un attimo solamente
Vorrei, vorrei saper scrivere una poesia
che non abbia mai fine e dire che ho fatto del mio meglio
Ma ogni grano di fede ha cessato di essere,
così adesso mi ritrovo solo nel deserto del diavolo
e passeggio senza pace andando un po’ su e un po’ più giù

Ricordo quel segreto, con nostalgia ricordo
ed è tutto il poco che m’è rimasto in petto
Ricordo tutte le magie che facevi
Ricordo tutte le parole che tacevi
e tutte quelle che non ho mai saputo dirti
Ricordo quel segreto che mi ha spezzato il cuore
Ricordo, ma qui tutti dicono che ricordare è da deboli
Tutti ripetono la stessa cosa ogni santo giorno,
i miracoli non si ripetono per nessuno, per nessuno

Tutti ripetono la stessa cosa, Ragazzo lascia perdere
Lascia perdere o ti farai del male, lascia perdere
Tutti dicono la verità, c’è solo che io non ho più fede
C’è che non riesco ad arrendermi alla fede della verità

Tutti ripetono la stessa cosa ogni santo giorno,
i miracoli non si ripetono per nessuno, per nessuno
Ed io vorrei soltanto saper scrivere una poesia
che non abbia mai fine

Tutti ripetono la stessa cosa ogni santo giorno,
i miracoli non si ripetono per nessuno, per nessuno
Ed io vorrei soltanto saper dire quel che sento dentro
e far sapere a tutti uno per uno che ho fatto del mio meglio

Ma tutti ripetono la stessa cosa ogni santo giorno,
i miracoli non si ripetono per nessuno, per nessuno
Non si ripetono per nessuno, per nessuno
Non si ripetono per nessuno, per nessuno
Non si ripetono per nessuno, per nessuno

Il mattino si sveglia con te

Ho rubato, ho rubato, ho rubato
e per questo finirò in gattabuia,
così non potrò più morire nella luce
dei tuoi occhi che svegliano il mattino

Ho rubato per amore
Ma quelli che mi hanno preso
non hanno voluto sentir ragioni
Hanno detto che è peccato
rubare nel Giardino del Signore
Per questo mi hanno condannato

Ogni mattina guardo dal buco della serratura
Chiedo ai miei aguzzini di gettarmi la chiave,
gli dico chiaro e tondo che non ho colpa
Mi risponde sempre la mia eco stonata,
e più il tempo passa e più mi convinco
che il giorno che uscirò di qui ucciderò

La lama di Luna che mi taglia la faccia
non ha pietà, perché io dovrei averne?
Ho rubato, è vero, ma non ho colpa
E’ stato per amore che ho rapito
dal Giardino del Signore il fiore più bello
La solitudine lo stava uccidendo
Lo stava uccidendo lentamente nell’eternità

Il giorno che uscirò di qui non sarò buono
come per tutta la vita bene o male sono stato
Ruberò ancora dal Giardino del Signore
A testa alta e col volto bene in vista
e con una lama di Luna lo minaccerò
che deve darmi indietro il mio amore

Questo farò, e bello sarà morire nella luce
dei tuoi occhi che svegliano il mattino

Bambola, dimmi di sì

Bambola, che ne dici di uscire con me?
E’ da tanto tempo
che aspetto questo momento
Il blues non passerà mai
se non sfiorerai almeno una volta
con la tua bellezza i miei cinque assi

Bambola, lo sappiamo bene entrambi
che sono un baro e un nullafacente,
ma se mi dirai di sì ti accompagnerò
a vedere l’ombra di quel famoso tipaccio
che vendette la sua anima in croce al diavolo
per suonare come nessun altro al mondo

Bambola, non dirmi che non ce n’è
Ho cinque assi, puoi contarli se non mi credi
Ho cinque semi che aspettano d’esser giocati
Non lasciare che giochi al tavolo con il morto

Bambola, non dirmi che non ce n’è
Ho il blues nelle dita, ho il blues nella dita

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