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Valerie, diario di una ninfomane

Da Soloparolesparse

Può darsi che questo film vi sia sfuggito.
Si, perchè alla sua uscita, nell’aprile 2009, subì in Italia una curiosa censura che vietò l’esposizione in pubblico di questa locandina, giudicata troppo esplicita e scandalosa.
In realtà, ingiustizia a parte, non è che vi siate persi molto perchè Valerie, diario di una ninfomane è un film deboluccio, scontato e pieno di situazioni ovvie.

Valerie è ninfomane, lo è dal momento in cui per la prima volta ha fatto sesso a quindici anni.
La cosa non la preoccupa più di tanto, salta di letto in letto, da uomo a uomo, senza legarsi mai.
Poi capita che incontra un uomo diverso dagli altri (all’apparenza) e si innamora.
L’amore la cambia totalmente, esce con quest’uomo e ci finisce a letto solo dopo diversi giorni. E’ talmete innamorata, da reputare ininfluente che questo a letto sia abbastanza scarsino.
Valerie decide di cambiare vita e dedicarsi solo al suo nuovo amore (a 29 anni è tempo di mettere la testa a posto).

Solo che poi si scopre che il signorino è estremamente geloso (proprio ora che non ne avrebbe motivo) e parecchio violento.
Valerie vede crollare le sue (poche) certezze, si allontana dall’uomo rude e torna al suo amato sesso, solo che lo fa da professionista perchè trova lavoro in un bordello di gran classe.
Qui impara giochini che nemmeno lei immaginava esistessero e sembra nuovamente in pace con se stessa.
Però finisce nuovamente per innamorarsi di uno dei clienti, il quale (in quanto puttaniere) non è che a lei tenga come sembrerebbe.

L’ultima delusione (e qualche altra violenza sparsa) le fanno decidere di cambiare ancora vita e diventare padrona assoluta del suo corpo (non è chiaro se questo voglia dire che d’ora in poi si masturberà solamente).

Come detto il film è poca cosa, il ritmo è lento e delicato, le immagini e la fotografia discrete, ma oltre al susseguirsi (inevitabile?) di scene di sesso non è che ci sia molto altro da vedere.
Anche perchè siamo al festival dei luoghi comuni.
Gli uomini sono tutti stronzi (e le donne evidentemente puttane).

Non ho letto il libro di Valerie Tasso da cui il film è tratto ma dubito possa regalare qualcosa di diverso.

Valerie, diario di una ninfomane

L’unica sequenza che mi sembra degna di essere ricordata è quella conclusiva con Valerie a confronto con un cliente del bordello paraplegico.
Lui ha sensazioni solo dal collo in sui e l’incontro tra i due è vagamente inquietante.
Peccato che anche qui si finisca per assistere al dialogo rivelatore con il ragazzo sfortunato ma capace di far ravvedere la giovane e dissoluta Valerie.

Però il corpo di Belen Fabra continuamente scoperto è un motivo valido per guardare il film di Christian Molina.


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