Nature nasce dalla collaborazione tra Honey Owens, Rafael Fauria e Mark Burden. Pubblicato a sette anni di distanza dal precedente Naked Acid, immortala i tre musicisti alla costante ricerca di un equilibrio tra le sfumature presenti nelle loro composizioni. Ballate soavi, scandite da pattern meccanici di batteria e melodie dal sapore orientale, si alternano a improvvisazioni in chiave soft. “Sunday” è orecchiabile e protende verso uno shoegaze-pop, eppure a prevalere all’interno del disco è la componente strumentale e psichedelica, tanto che se in “Signs” le linee vocali ricoprono un ruolo preminente, in “Transformation” rivestono la sola funzione di strumento aggiunto, e nel complesso la loro presenza non è essenziale nell’economia della band, in quanto la produzione tende a mettere sullo stesso piano tanto la sezione ritmica quanto il lavoro svolto dalla chitarra. I titoli sono concisi, quasi infantili e ben si adattano all’atmosfera che si respira ascoltandoli. Questa ariosa semplicità riporta un po’ a una concezione della musica come qualcosa di vitale, come la natura, appunto. I Valet sembrano infine capaci di far ricorso a differenti forme espressive senza per questo apparire fuori fuoco o pretenziosi, confezionando un lp piacevole.
Tracklist
01. Sunday
02. Nature
03. Signs
04. Lion
05. Nowhere
06. Clouds
07. Transformation
08. Child
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