Valige due la vendetta

Non so se ho fatto bene o male ma voi come vi sareste comportati nella situazione che ora vi illustrerò? Sapete come sono fatte le cerniere, specialmente quelle dei cappotti quando li dovete assolutamente chiudere per il freddo: in un certo punto, forse per una curva o per qualche altro motivo, i dentini combaciano male e la cerniera che si credeva chiusa magicamente si apre. Lo stesso mi è capitato con una valigia al check-in dell’aeroporto di Capodichino. Messo il bagaglio sul nastro trasportatore, una volta applicato l’adesivo col mio nome, proprio mentre il mio bene spariva dietro quella specie di tendina di gomma, che cosa vede la codina del mio occhietto? Indovinate! La chiusura lampo malefica  si era aperta, e se n’era accorta anche l’impiegata della Meridiana che mi disse mentre mi porgeva la carta d’imbarco: “Mi dispiace, ma ormai non ci posso fare più niente. Non aveva niente di prezioso, spero?” Niente di prezioso, no, ma ci avevo messo una confezione di mozzarelle di bufala da viaggio e i miei panni sporchi e non mi andava di farli vedere agli altri…

Arrivati a destinazione, corro al recupero bagagli. Sul nastro trasportatore ad anello i bagagli di chi aveva preso il mio stesso aereo e, sparsi qua e là, tra le Sansonite signorili e le valigie sigillate, le mie canottiere, le mie camicie, i miei calzini, le mie mutande… Poi ecco che arriva la valigia e la mozzarella. E tutti a sghignazzare… ma che ridi a fare? Può succedere a tutti, no? Non osavo muovermi. Finché la gente non se ne sarebbe andata non avrei toccato niente. Nulla. Rien de rien. Fatto sta che uno allunga la mano… Fermo là! Che fai? Mi rubi la mozzarella? Sì, è mia, pagata con i miei soldi! E voi che c’ avete da guardare? Non avete mai visto una mutanda? Mi cambio tutti i giorni, io! Voi no ma io sì! E mollala sta mozzarella!

Ormai mi ero rivelato alla luce del giorno. Ho quindi recuperato la mia roba e mi sono buttato in un ridacchiante bagno di folla.