in casa, da sola. silenzio.
capita raramente che io sia in casa da sola in silenzio.
di questa casa il silenzio è una delle cose più preziose.
ma usualmente è il contorno. o ci sono le parole o la musica.
osservo le valigie su cui mi ha fatto riflettere ieri stani e mi ascolto lasciando che il silenzio mi stia ad ascoltare.
mi chiedo perchè mi paicciano tanto queste valigie vecchie a fare complemento di arredo. se è vero, come dicono, che trasmettono un senso di precarietà perchè le lascio dominare nella casa più casa che abbia mai avuto?
non è che non ci abbia mai pensato a certe cose, ma le valigie non le avevo mai viste come così evidentemente legate a tutte quelle riflessioni.
siamo arrivati qui da viaggi diversi lui ed io. l'instabilità è la nostra cifra personale. quello che differenziandoci molto ci accomuna è l'essere sempre stati alla ricerca di qualcos'altro. l'altro a prescindere. l'altro da quello che c'era. nella migliore delle situazioni entrava, subdolo e pervasivo, l'altro a farsi spazio dentro e a fare spazio fuori. e si ricominciava puntualmente dalla ricerca.
questa volta, in questa vertiginosa voglia di noi stiamo cercando parcheggio con l'animo di chi non è abituato a fermarsi.
è la prima cosa nella mia vita che vedo senza incertezza ed è con lo stupore delle scoperte che cauta e prudente non lascio andare l'abitudine alla fuga. non fuggirei mai da qui. ma sapere che c'è una valigia vecchia a ricordarmi che la mia natura instabile qui è in casa e non in prigione, in qualche modo mi fa sentire me anche diversa da me.
Magazine Talenti
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