Oggi pomeriggio ho letto una cosa che avrei voluto scrivere io. In realtà, la scorsa settimana, quando la notizia fu rilanciata per un paio di giorni sui quotidiani locali, ebbi subito la tentazione di buttare giù due righe. Ci provo ora, stuzzicato dall’intelligente editoriale che la giornalista Corona Perer ha pubblicato sulla rivista Sentire. Si tratta dell’idea di un imprenditore roveretano di successo, Antonello Briosi, che vorrebbe trasformare il compendio Alumetal di Mori (siamo all’archeologia industriale pesante), in un enorme divertimentificio di massa. E di lusso. Anzi Extra Lusso. Un’idea strampalata, come tante che ci tocca di sentire in questi tempi di vacche magre, stoppata il giorno dopo, fortunatamente, dall’assessore alle attività produttive, Alessandro Olivi. Con cui non mi trovo quasi mai d’accordo, perché interpretiamo due modi differenti di stare a sinistra; ma anche quando abbiamo litigato gli ho sempre riconosciuto l’originalità e la concretezza dell’azione politica. E mi permetto un inciso per dire che oggi, credo sia il solo, fra chi siede a destra e a sinistra di Dellai, a poter ambire realisticamente alla successione. E, naturalmente, mi sono trovato d’accordo con lui anche l’altro giorno, quando, con con un paio di battute ha smorzato, e demolito, i voli pindarici del nostro rampantissimo imprenditore green economy. Il progetto (?) di una fabbrica lagarina del divertimento non stop in stile Emirati Arabi, è quanto di più lontano si possa immaginare realisticamente per il futuro di questa vallata, già strappata ferocemente all’agricoltura e consegnata agli immobiliaristi, agli industrialisti e ai fabbricatori di sogni di carta da vendere sul mercato turistico e ora, ci informa l’Antonello, anche sul mercato turistico extra lusso. Ne avrei voluto scrivere anche io, dicevo prima, sebbene l’argomento possa apparire lontano dal tema principale di questo blog, perché idee di questo genere, da anni, fanno capolino anche fra gli uffici dell’assessorato al Turismo e all’Agricoltura. E denunciano, dispiace dirlo ancora una volta perché sembra ormai un fatto personale, la visione strabica di un assessore che un giorno investe, a parole ma con tanti soldi, nelle politiche di marketing territoriale (festival degli autoctoni, vi ricordate?) e il giorno dopo asseconda i visionari che si nutrono di una generica quanto velleitaria grandeur industrialistica; industria del divertimento, industria della viticoltura e industria di tutto ciò di cui gli capita di occuparsi e di parlare. Ultima in ordine tempo, l’ideona del grande caveau collettivo sotterraneo per le pupitres di Trentodoc. E infatti, intervistato dal quotidiano l’Adige, a proposito del futuro dell’area Alumetal, all’indomani delle dichiarazioni dello spumeggiante imprenditore roveretano, l’assessore tira fuori dal cassetto (perché ne aveva già parlato qualche anno fa) o dal cilindro, fate voi, la parola magica “colosso”. Mondiale, si capisce. Ecco paro paro il testo della dichiarazione: “È una coincidenza che fa piacere. L’uscita pubblica di Antonello Briosi, con la sua interessante proposta, si abbina alla richiesta di sviluppo turistico dell’ex Montecatini da parte di un colosso mondiale del settore. Da un mese sono in contatto con un gruppo internazionale di cui non posso fare il nome che è fortemente interessato all’ex Alumetal per rilanciare proprio turismo e sport. Con il presidente Lorenzo Dellai e i referenti di questa società ci incontreremo nei prossimi giorni per discutere i dettagli dell’operazione e valutare se è il caso di concretizzarla o meno”. Ma di che si tratta in concreto? chiede il giornalista. Ecco la risposta illuminante: “Per i dettagli è prematuro parlarne visto che abbiamo fissato un incontro ad hoc con Dellai per vedere il piano industriale. Per ora posso solo dire che si andrebbe dall’abbigliamento sportivo allo sport praticato, insomma tutta la filiera che riguarda turismo e sport. Al gruppo preme ottenere l’utilizzo dell’ex Montecatini da un punto di vista dello sport come filiera straordinaria per il turismo. Il piano che hanno in mano è concreto ma dobbiamo ancora visionarlo”. Come faccia a dire, l’assessore, che il piano è concreto prima ancora di averlo visionato, è uno di quei misteri che appartengono alla mistica mellariniana. E al medesimo campo metafisico, appartiene la supposta coerenza intellettuale di chi da un lato cinguetta con i colossi mondiali e planetari della filiera turistico/sportiva, e dall’altra teorizza la pratica spinta (a suon di mlioni di euro) del marketing territoriale, per convincere i consumatori a bere Marzemino e ad acquistare il biologico bilogico della Valle di Gresta, e i turisti ad avventurarsi in Trentino. La cui porta, a sud, è appunto quella che ora si vorrebbe consegnare ai colossi multinazionali di Mellarini o agli sceichi di Briosi. Perdonatemi, ma non capisco.
Consiglio, comunque, la lettura del bell’intervento di Corona Perer su Sentire: qui l’articolo