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Valle d’Aosta criminale

Creato il 08 giugno 2014 da Patuasia

Gli attentati degli anni ’70 – ’80 – ’90 (Questo articolo è stato concesso da Nuovasocietà.it)

Già negli anni ’70 e ’80 la cronaca giudiziaria valdostana aveva registrato vicende delittuose riconducibili a forme di criminalità organizzata, e negli anni ’90 il verificarsi di gravi episodi di intimidazione testimoniava dello sviluppo in loco di dinamiche criminali inequivocabilmente attribuibili a esponenti della ‘ndrangheta calabrese. In genere si tratta di delitti contro la persona e il patrimonio che, visti nel loro insieme, inducono ad ipotizzare che stesse cercando di affermarsi anche in Valle una forma organizzata di gestione delle attività illecite sul territorio.

Nelle notti dell’8,9 e 10 agosto ad Aosta, erano fatti esplodere ordigni esplosivi rispettivamente contro la bottiglieria di proprietà di Maddalena Apolloni in via Lostan, e contro il negozio di abbigliamento Canonico e Vacchina in via Gramsci. Colpito anche il distributore di carburanti Esso gestito da Giovanni Rossi, in viale Partigiani. Venne successivamente individuato quale responsabile Carmelo Oliverio, poi condannato con sentenza passata in giudicato. Si tratta del nipote del Santo Oliverio indicato come capobastone di un “Locale” di ‘ndrangheta valdostana dal pentito Caruso. Successivamente le accuse contro l’Oliverio ed altri 15 imputati, formulate dall’ ”Operazione lenzuolo” dell 2000, vennero archiviate. Ma dell’esito di quel processo vi daremo conto nei prossimi numeri del giornale.

L’11 settembre 1978 ad Aosta, ignoti, probabilmente in un fallito tentativo di rapina ai suoi danni, esplodono più colpi di pistola contro Francesco Muscianesi, commerciante di prodotti ortofrutticoli. Rimasti ignoti gli autori. 

Il 3 settembre 1979 attentato mortale ad un commerciante di Sarre, Armando Pasquali, quarantunenne titolare di un negozio di jeans in via Aubert ad Aosta. Mentre con la sua Mercedes 240 D si sta recando a Como per riconsegnare della merce, sull’autostrada all’altezza di Montjovet la sua auto salta in aria a causa di una bomba. Circa tre mesi prima il Pasquali si era salvato dall’incendio della sua 125 e anche in quel caso gli inquirenti avevano ipotizzato un attentato. Il Pasquali invece aveva attribuito l’accaduto all’incendio di una bombola di anti-appannante, presente nell’abitacolo dell’auto. E’ la prima autobomba, fatta eccezione per Peteano ( 31 Maggio 1972), della storia criminale italiana. Le modalità e il probabile uso di un telecomando fanno sospettare l’operato di un’organizzazione criminale di grandi e sofisticate capacità tecniche.

Il 30 aprile 1980 viene rinvenuto presso l’anfiteatro romano di Aosta il cadavere di Domenico Raso, assassinato a colpi di coltello. Le indagini portano alla cattura di quattro giovani, di origine calabrese come la vittima: Antonio, Annunziato e Giacomo Fazari e Francesco Mammoliti, tutti successivamente prosciolti dall’accusa; la vittima è il cognato di Santo Oliverio per averne sposato la sorella Anna Maria Oliverio. Dell’omicidio, anni dopo, verrà ritenuto colpevole un serial killer aostano di nome Andrea Matteucci, responsabile dell’omicidio di alcune prostitute.

Il 1° dicembre 1980 a Saint Vincent, il commerciante Rinaldo Perenchio denuncia ai Carabinieri di essere vittima di un tentativo di estorsione mediante lettere minatorie: dopo la denuncia non gli perviene più alcuna richiesta. Rimasti ignoti gli autori. (roberto mancini)

 


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