Nel 1948, terminata la bufera della seconda guerra mondiale, la regione valdostana si vide riconoscere definitivamente, dalla giovane Repubblica Italiana nata dalla Resistenza, quella autonomia di governo che ha le sue radici storiche nello spirito indominato e fiero dei montanari valdostani, discendenti dai leggendari salassi, ai quali già la Roma dei Cesari riconobbe il diritto di autogovernarsi; un diritto esercitato per oltre 20 secoli: esempio unico di unità e identità di un popolo che trova riscontro solo nella lontana civiltà cinese.
Le ragioni che fanno della valle di Aosta una regione originale, unica nell'arco alpino, vanno ricercate, non solo nelle sue origini storiche ed etniche, ma anche nella particolarità del suo ambiente dotato di innumerevoli attrattive paesistiche, naturali e umane, rimaste integre nel tempo.
Le altissime montagne; i boschi pregni di essenze resinose; i pascoli verdi e umidi che lambiscono le nevi perenni; le conche lacustri che occhieggiano tra severe morene e appicchi rocciosi, costituiscono un angolo di natura intatta ormai quasi sconosciuta alla nostra civiltà industriale. E in questo ambiente naturale, si inserisce la componente umana nella sua più antica e semplice manifestazione: l'insediamento e l'uso del suolo.
La casa valdostana, sia essa isolata al limite dei pascoli oppure aggregata in piccoli agglomerati di fondo valle o a mezza costa, é un elemento di grande valore nel paesaggio geografico. La sua tipica architettura, caratteristica per il mirabile effetto compositivo, ottenuto utilizzando i semplici elementi naturali a disposizione (pietra e legno), é un esempio di come la cosiddetta arte povera possa assurgere a simbolo di un popolo. E con la casa, gli altri segni dell'uomo dovuti alle attività legate alla terra che costituiscono ancora oggi, dopo un periodo di sbandamento dovuto alla massiccia emigrazione, una solida risorsa economica: pascoli mondi punteggiati di baite e casere, dove si trasforma il latte profumato di erbe alpine in gustosi formaggi tra i quali la famosa 'fontina'; coltivi a terrazza che, sfruttando correttamente la terra, irrobustiscono i fianchi dei monti svolgendo una azione ecologica che ha permesso nei secoli di impedire disastrosi squilibrii idro-geologici; vigneti che risalenti i declivi del fondo valle o abbarbicati su impossibili dossi rocciosi prendono vigore dalla terra forte per dare vini stimolanti e profumati.Alla tradizionale attività agricola e pastorale si sono affiancate quella industriale: siderurgica, idroelettrica, estrattiva; il commercio, l'edilizia e il turismo.
La strada carrozzabile di fondo valle e, ancor più la ferrovia, inaugurata alla fine del 1800, aprirono la valle di Aosta ai viaggiatori italiani e stranieri che volevano scoprirne le decantate bellezze.
I percorsi distensivi, nella magica atmosfera dei castelli medioevali; le gite alla ricerca delle rarità naturalistiche; l'escursionismo, l'alpinismo, lo sci invernale ed estivo sono le principali attrattive offerte al turista da questa valle-regione, incantevole e superba che ha saputo, pur nelle trasformazioni e nei mutati indirizzi socioeconomici, mantenere fede ai valori antichi di ospitalità e rispetto per la natura.<< PRECEDENTE