Valpo e Vina

Creato il 16 luglio 2011 da Faustotazzi

Il Circo arrivò a Valpo nel tardo pomeriggio, da Calama a Santiago si portarono dietro Luis Jara che a in Cile è una star. Dall’aeroporto di Santiago un paio d’ore tutti comodi in autobus, gli animali sul carrello.
Valparaiso è patrimonio dell’umanità, Sonniboi li aspettava al bed and breakfast di Anita, tra le villette dell’800 che dal Cerro Alegre si affacciano sulla baia del porto. Anita e la sua governante Sonia erano due gioviali signore che servivano la colazione con un eleganza di tempi andati.
Valpo sembrava Napoli: bellissima e pericolosa, tutto il circo in fila indiana - elefanti compresi - si infilò su e giù per gli ascensores, pranzò al Bar Inglès, poi fece il bis al Lavanderia che aveva un cestello di lavatrice come insegna e poi ancora al Bar Vinilo, quello coi 33 giri di Raffaella Carrà dove cercarono di piazzare il Maestro Canello come provetto cuoco italiano.
Nel pomeriggio passeggiarono felici su per il Cerro Alegre e poi sul Cerro Conception. Si fermarono a chiaccherare con la gente tanto che un'anziana signora del posto ancora oggi racconta di quando mentre stava scopando se li ritrovò davanti casa e si lamentò delle cartacce che lasciavano i giovani e i turisti quando c’era lui (ndr: Pinochet) allora si che le cose andavano come dovevano andare.
Nel pomeriggio si spostarono armi e bagagli a Vina del Mar, la città-giardino, anche se ai camerieri italiani sembrò di essere a Gatteo a Mare. Presero bus, minibus, taxi e collectivos scassati guidati da indios a capofitto nel caotico traffico sudamericano.
Poi venne la processione a Isla Negra. Sonniboi che era comunista e non si faceva certo riguardo nel tirar giù santi e madonne ebbe un paio di cosette da chiarire riguardo al sommo poeta e le sue tre case, il Domatore e la Donna Barbuta si misero a psicanalizzare la sua mania del collezionamento - polene, conchiglie,  maschere, insetti, navi in bottiglia, foto di scrittori, eccetera, eccetera, eccetera -, Buffalo Bill se la prese con la faccenda del marinaio di terra che non fu mai marinaio davvero e Urangutan esaltato da tutte quelle grida chiese a gran voce che le case fossero case e le barche barche. Anch'io mi associai, un po’ per pèppia e un po' per gelosia: don Pablo era un personaggio affascinante e le sue poesie bellissime ma dopo le celebrazioni di quel pomeriggio non potei trattenermi. Magari non era nemmeno colpa sua... magari erano gli altri che lo disegnavano così.

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