Sarebbe fin troppo facile dare un giudizio politico sul progetto di sperimentazione della valutazione dei docenti, un progetto che da settembre si aggira fra gli uffici scolastici non più soltanto delle province indicate nel bando (Torino e Napoli), ma oramai tocca differenti scuole dell’Italia.
Sarebbe facile –associandolo all’operazione di bassa macelleria portata avanti dal Dlgs 150/2009 altrimenti detto “Decreto Brunetta”, segnalatosi per il suo carattere sanzionatorio e censorio- individuarne le perversioni politiche, però è opportuno sottolinearne anche la vacuità tecnica, molto spesso elusa a fronte della mostruosità politica.
Di fatto non mi spaventa l’idea della vaghezza di alcuni passaggi, perché è compito di un progetto sperimentale quello di riempire la casella “criteri, modalità, obiettivi”. Mi lascia invece fortemente perplesso l’impianto di base, perché stravolge non solo l’idea di valutazione (azione volta a definire il valore di un oggetto/una persona valutati) e di scuola (sistema complesso e non banale affastellamento di insegnanti).
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