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Vamp

Da Omonero

locandinaUSA 1986

cast: Grace Jones - Chris Makepeace - Robert Rusler - Dedee Pfeiffer - Gedde Watanabe - Sandy Baron – Billy Drago
regia: Richard Wenk
soggetto: Donald P. Borchers - Richard Wenk
sceneggiatura: Richard Wenk
musica: Jonathan Elias
durata: 90 min

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-bhè, secondo l’annuncio è in fondo alla strada…e c’è scritto che “il locale apre solo dopo il buio”…Dopo il buio? Ma che vorrà dire?-
-Quando è buio-
-Già, ma è dopo il buio!-
-Ma che c’entra, il buio è buio-
-Ma non è “dopo il buio”!

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Eh si, quando sei all’Università la vita può rivelarsi un vero inferno: convitti affollati, mensa pessima e privacy zero. L’unico modo per ritagliarsi un proprio spazio ed emergere dal caos è quello di entrare a far parte di una confraternita. Keith (Chris Makepeace) e AJ (Robert Rusler), amici fraterni da una vita, hanno l’opportunità di far parte in una delle congregazioni più rinomate del college, ma per farlo devono realizzare il colpaccio; ovvero portare una spogliarellista ad una delle loro feste.
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Dopo qualche goffo tentativo fallito miseramente i due sono talmente disperati da chiedere aiuto a Duncan (Gedde Watanabe), lo studente più ricco e viscido dell’università ed arrivano al punto di accettare di diventare i suoi amici a pagamento per una settimana. Raggiunto il compromesso i tre scendono in città e si mettono alla caccia della ragazza che aprirà loro le porte del nirvana studentesco…e quale posto migliore per trovare una stripper se non in uno striptease bar? I ragazzi si lasciano attrarre dalla pubblicità del “The After Dark Club” un locale che apre dopo il buio e le loro vite subiranno una svolta inaspettata. Infatti il locale, di proprietà dell’androgina ed ammaliante Katrina (Grace Jones), oltre ad essere una fucina di splendide ragazze è anche la tana brulicante di vampiri assetati di sangue che usano lo stripclub  come specchietto per allodole e procurasi cibo fresco.
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La trama ha un non so che di familiare?
Sostituite i tre studenti con due rapinatori in fuga e relativi ostaggi; spostate lo stripclub dalla periferia della città ad un soleggiato deserto messicano; cambiate il nome della Vampira Regina da Katrina a Santanico Pandemonium; sostituite la frase “aperto dopo il buio” con quella più accattivante di “dal tramonto all’alba” e vi ritroverete in mano lo script di “From Dusk till Dawn” (1996), realizzato 10 anni dopo dal prolifico Tarantino e diretto da un giovane regista in erba dal nome Robert Rodriguez.
Troppe le coincidenze per poterle attribuire ad una mera e curiosa casualità, ma non ci sarebbe nulla di male se il prodige Tarantiniano avesse ammesso di essersi ispirato alla commedia di Richard Wenk (come abitualmente e furbescamente fa da una vita) invece, come si dice a Roma, ” il paraculo fa pippa” e spaccia l’idea per sua, attribuendosi il concept come una bozza di soggetto scritta quando era ancora studente. Che dire? Forse la genialità è anche questo…
Ma bando alle polemiche; Vamp è una commedia anni ’80 anomala nel suo genere: è divertente; supportata da una trama originale;  non triviale e volgare come la quasi totalità delle commedie studentesche del periodo (“Porky’s” docet); puntellata di dialoghi rapidi e spiritosi e con una caratterizzazione inusuale dei personaggi di sfondo (grande Brad Logan nel ruolo di Vlad, il direttore del locale; deliziosa Dedee Pfeiffer -sorella di Michelle- nella parte della svampita Amaretto ed esilarante Billy Drago nelle vesti di Snow, il vampiro albino a capo della banda di teppisti succhiasangue che perseguitano i tre giovani).
Ovviamente la parte della leonessa aspetta a Grace Jones che più vampirica di così non si può (alla faccia della burrosa Salma Hayek, senz’altro più prosperosa ma molto meno convincente) e che ci propone uno striptease tanto carico di allusioni sessuali, quanto inquietante ed un filino sinistro.
Sangue e violenza sono totalmente assenti discretamente sostituiti da gag visive di una certa originalità (il gestore del bar di fronte al locale che al tramonto si affretta a chiudere ed esce indossando un colletto da prete ed una croce; oppure le due stripteseuses che si truccano il viso a vicenda attraverso la cornice di uno specchio vuoto) ed anche l’aspetto erotico della situazione viene trattato con ironia e garbo verbale.

Un film decisamente estivo da vedere al fresco, mangiando una fetta di cocomero e sorseggiando un bicchierone ghiacciato d’amarena, accanto a figli e/o nipoti.

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…e nel caso aveste ancora qualche dubbio….


Archiviato in:CINEMA, CLASSIC, DVD Tagged: '80, black comedy, lunghi canini

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