Vampire girl vs. Frankenstein girl – non c’è limite alla fantasia giapponese

Creato il 07 aprile 2011 da Soloparolesparse

Di Vampire girl vs. Frankentstein girl vi avevo detto un gran bene già sulla fiducia.
Ora che ho avuto modo di vederlo non posso che confermare le speranze che avevo… anche se Yoshihiro Nishimura e Naoyuki Tomomatsu avrebbero potuto lasciarsi andare ancora di più.

La storia è ovviamente una scusa per liberare la sete di sangue splatteroso e illogicità estreme nipponiche.
Comunque si tratta di una ragazza vampiro che si innamora di un compagno di classe ed entra in conflitto con la sua (non amata) fidanzata.
Per non farsi mancare niente nella stessa scuola c’è uno dei professori impegnato nel tentativo di dare vita ai cadaveri e sarà proprio il sangue della vampira a regalargli quell’ingrediente che gli è sempre mancato.

Nel film c’è ovviamente un sacco di altra roba divertente.

L’inizio è splatter allo stato puro.
Decine di litri di sangue e ragazze (rigorosamente nell’abitino collegiale giapponese) scuoiate fino al teschio. Gli spruzzi di liquido rosso diventano pioggia, addirittura tempesta e non risparmiano neppure l’obiettivo della macchina da presa (cosa che verrà riproposta per tutto il film).

La scuola dove studiano (?) i protagonisti è il festival della follia. Si organizza il Campionato nazionale di tagluiatrici di polsi (poco simpatico omaggio ai suicidi giapponesi tra le giovani ragazze) e troviamo anche un gruppo di studentesse amanti della cultura afro che si conciano (trucco e operazioni plastiche) come se fossero africane e ballano al ritmo di Yes we can osannando Obama.

E a dir la verità non è male nemmeno l’infermiera sexy che finisce per avere tette dotate di mani capaci di sparare le dita come proiettili.

Insomma mi sembra evidente in che tipo di prodotto ci stiamo muovendo.
Come sempre gli effetti speciali sono grossolani e fotemente esagerati, per nulla realistici.
Non mancano alcune situazioni ironiche ed è forte anche l’omaggio a tutta quella parte della cultura nipponica che si occupa di integrazione tra uomo e macchina.

Senza contare che Yukie Kawamura è davvero splendida e sensuale (una vampira della miglior specie) così come sono grottesche le sue rivali.

In definitiva un film che centra in pieno l’obiettivo che si prefigge, perfetto per una serata tra cultori dello splatter (insomma per il sottoscritto un bel tuffo nel passato!).


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