Nosferatu il vampiro, idolo dei longevisti ;-)
Un ricercatore della Stanford University ha dichiarato: “La convivenza del sangue degli animali più vecchi con quello dei più giovani ha fatto sì che aumentasse il numero delle cellule staminali nel cervello. Inoltre la funzione cognitiva dei roditori sembrava essere notevolmente migliorata.” Qui l'articoletto, in italiano, su Giornalettismo.La prima volta che ho sentito di studi del genere, e' stato nel 2005 alla conferenza SENS2, a Cambridge. Si trattava di una presentazione da parte di una scienziata russa, ma non ricordo i dettagli. Mi fa piacere che questo filone di ricerca non si sia estinto e mi chiedo se non avrebbe senso donare a se stessi qualche litro di sangue quando si e' giovani, per poi re-iniettarlo quando si e' vecchi... (ma non ho idea di quanto a lungo possa essere preservato il sangue).
Chiudo con un'affascinante divagazione a proposito del giro dell'oca che ho dovuto fare per arrivare al paper. D'accordo, magari non e' esattamente affascinante, ma mi sembra utile per capire in che modo le notizie rimbalzano da un sito all'altro e che tragitto seguono per arrivare in Italia. Ho sentito della notizia dalla pagina FB del (nascente) partito longevista dal quale sono arrivato a Giornalettismo per poi approdare a Gizmodo e infine al Guardian. A quel punto le tracce sono scomparse e sono dovuto ricorrere al buon vecchio Google, usando il nome del ricercatore (Saul Villeda) e rintracciando, finalmente, lo studio, su Nature. Fra l'altro, e anche questo e' interessante, si tratta di un esperimento vecchio di un anno, ma che e' tornato all'attenzione dei media in seguito ad una presentazione di Villeda ad una recente conferenza: The ageing systemic milieu negatively regulates neurogenesis and cognitive function.