Genova – Genova “riparte”, dopo i giorni disastrosi dell’alluvione che l’ha colpita lo scorso 4 novembre, dalla mostra: “Van Gogh e il viaggio di Gauguin”, un’esposizione che può essere definita a tutti gli effetti epocale. Non è così facile poter ammirare sotto un unico tetto una quarantina di opere di Van Gogh, per non parlare della straordinaria opera di Gauguin “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”.
Ottanta capolavori della pittura europea e americana del XIX e del XX secolo giunti a Genova dai musei di tutto il mondo sono il percorso ideale da cui origina l’idea dell’esposizione: riconoscere la centralità della figura di Vincent Van Gogh per il 1800 e il 1900. Intorno a questo straordinario artista si è venuto sviluppando quel senso del viaggio che è il vero fil rouge della mostra.
Il viaggio non è da intendere necessariamente come quello verso un luogo nuovo ma anche come un viaggio all’interno di se stessi: Van Gogh li unisce perfettamente nella sua persona e nelle sue opere; proprio per testimoniare questo sono arrivate ben trentacinque opere prestate dal Van Gogh Museum di Amsterdam e dal Kröller-Mullër di Otterlo che sono il fulcro di questa esposizione. Esemplare per sottolineare questo concetto c’è il famosissimo “Autoritratto al cavaletto” dove il pittore olandese si osserva e si ritrae quasi a verificare la sua identità ispirandosi a Cèzanne, non a caso l’opera nell’esposizione è collocata nella cappella dogale, la penultima sala della mostra, al buio, proprio prima dell’ultima opera esposta “Covone sotto un cielo nuvoloso”, dove ritorna il tema dei corvi che volano verso territori di un viaggio apparentemente senza ritorno, i corvi figure del fato che si stagliano su masse luminose di colore “…Mi capita di sospirare dopo l’epoca delle messi e di pensare a quando anch’io sarò parte della natura e creerò qualcosa nella mia pittura…”. A tutto questo splendore si aggiungono alcune lettere originali scritte da Van Gogh al fratello Theo. Come non citare poi la celebre versione del “Seminatore” dipinto ad Arles o le “Scarpe” o la suggestiva ricostruzione della stanza da letto di Vincent ad Arles che accoglie i visitatori all’ingresso della mostra e che suscita una certa emozione, come a testimoniare che il viaggio comincia da una piccola stanza e percorre le strade sconfinate del mondo. Altro fulcro importantissimo della mostra è la strepitosa opera di Gauguin “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” che rappresenta il testamento artistico e spirituale dell’artista: la tela è una sintesi dei temi della sua pittura e della visione del mondo, e alla cui realizzazione lavorò giorno e notte per oltre un mese; l’opera è una vera e propria metafora della vita: dall’infanzia alla vecchiaia ma anche una meditazione sul suo senso, un confronto tra la ragione e la natura. Composizione così maestosa (139×374 cm) e complessa in cui Gauguin fa una sintesi di tutta una serie di elementi realizzati in opere precedenti. Il Fine Arts di Boston che custodisce questa preziosa opera l’ha concessa in via del tutto eccezionale, come ha tenuto a precisare il curatore della mostra Marco Goldin, solo per la quarta volta in un secolo.
Intorno a questa serie di straordinaria di capolavori ci sono altri viaggi che spaziano dall’America all’Europa: in America la pittura esplora paesaggi sconosciuti, incontaminati simbolo di questa pittura le opere di Edwin Church, Albert Bierstadt, Winslow Homer e Edward Hopper, quest’ultimo che più di altri ha saputo far parlare il silenzio interiore con le sue figure immobili e silenziose. L’esposizione continua il suo percorso con le superfici monocrome di Mark Rothko: uno dei viaggi nell’interiorità più straordinari che la storia dell’arte ricordi. La sezione dedicata alla pittura europea partirà dal viaggio della mente davanti all’infinito di Caspar David Friedrich, mentre William Turner fonde materia e colore nel gorgo di un viaggio che sposa la potenza degli elementi, ed ancora alcune opere di Claude Monet. Fino ad arrivare ai viaggi tutti mentali di Wassily Kandinsky. Ma in mezzo a tutto questo Van Gogh e Gauguin con i loro colori, le loro linee, le loro gioie e il loro abissi, ci conducono per mano in quel complicato ma straordinario viaggio che è la vita, cercando di rispondere alle tre fatidiche domande: Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?….Siamo decisamente in buona compagnia!
Isabella Martinelli
Informazioni:
“Van Gogh e il viaggio di Gauguin”
Palazzo Ducale, piazza Matteotti n. 9, Genova.
Dal 12 novembre 2011 al 15 aprile 2012.
Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19; sabato e domenica dalle 9 alle 20.
Biglietti: intero 13 euro, ridotti 10-7 euro.
Info: 0422. 429999
Catalogo: Lineadombra, 35 euro al bookshop.