Poche storie a fumetti mi hanno sorpreso piacevolmente per la loro originalità nella trama e per il loro geniale sarcasmo quanto "La Ligne de Front" (La Linea del Fronte) di Manu Larcenet.
Edito da Dargaud per la collana Poisson Pilote, "La Ligne de Front" è solo uno degli albi della serie "Une Aventure Rocambolesque de ...." dove, di volta in volta, al posto dei puntini viene messo il nome di un personaggio storico famoso come: Attila l'unno, Sigmond Freud, Van Gogh, etc... che si ritrova coinvolto in una bizzarra e stravagante vicenda.
Nella Ligne de Front è il turno di Vincent Van Gogh, o meglio del Caporale Van Gogh, che viene richiamato alle armi, durante la prima guerra mondiale, e spedito al fronte per una missione speciale.
Già da questo primo, breve, spunto nascono tutta una serie di interrogativi: perché inviare al fronte un pittore? A che scopo? Perché proprio Van Gogh?.....Ma Van Gogh non era morto nel 1890?
Le risposte a queste domande, che vengono fornite durante lo svolgersi della storia, sono di una sorprendente originalità, nonché di una geniale comicità che fa da quadro alla cruda realtà della guerra.
Nella prima tavola del fumetto si avverte subito quella che sarà l'atmosfera dell'intera storia. La prima vignetta mostra una zona di guerra falcidiata dalle bombe dove un soldato, seduto e immobile, sta aspettando il suo inesorabile destino, che forse ha già incontrato. Una voce fuori campo esclama: "Alle volte, quando le bombe piovono in prima linea, capita che anche chi è nelle retrovie stringa le chiappe!". Subito dopo la scena si sposta in una lussuosa stanza di un palazzo molto lontano dal fronte che fa da quartiere generale delle forze armate francesi. Lì, l'intero stato maggiore transalpino, dal presidente Poincarré ai generali Morancet e Morillon, è intento a discutere, tra una sorso di cognac invecchiato e un buon sigaro, sulle sorti dei loro soldati che stanno combattendo e morendo per la propria patria. La loro più grossa preoccupazione è capire perché le milizie francesi si lamentano così tanto delle loro condizioni al fronte e perché passano tanto tempo a lagnarsi. Non capiscono come mai i soldati si comportano come delle femminucce, quando c'è una guerra da vincere!
Il Generale Morancet, allora, azzarda un'ipotesi: forse il problema risiede nel fatto che i soldati hanno paura di morire.
La vignetta seguente è un piccolo capolavoro di crudele sarcasmo: i tre capi di stato maggiore rimangono ammutoliti e attoniti alle parole di Morancet, allibiti da tanta ovvietà. Le loro espressioni, degne del miglior Ortolani, la dicono tutta su come l'affermazioni sia tanto elementare quanto giusta, eppure il loro silenzio imbarazzato nasconde una pudica incapacità di accettare tale realtà troppo semplicistica per le loro menti da grandi statisti.
Infatti, nella vignetta successiva, Poincarré riprende subito il suo colorito e la sua espressione spavalda dichiaranda che non può essere quello il motivo dello sconforto dei soldati, visto che se non ci fosse la possibilità di morire la guerra sarebbe noiosissima.
Se non è questo che causa lo sconforto nelle truppe, deve essere qualcos'altro, qualcosa che sfugge alle tre geniali menti. Ecco perché, tutti insieme, decidono di..... andare loro stessi al fronte per vedere con i propri occhi la situazione?! Ovviamente no! Inviare un artista, un pittore, uno che possa mostrare loro, tramite i propri dipinti, la vera essenza della guerra, la vera natura della vita in trincea.
La scelta ricade su Vincent Van Gogh. E non poteva essere altrimenti, visto che Toulouse-Lautrec non avrebbe mai avuto la forza fisica necessaria, e Manet era perfetto per dipingere lo spirito della domenica pomeriggio sui bordi della Marna o i pic-nics decadenti pieni di femmine nude, ma mai sarebbe stato capace di cogliere lo spirito della guerra!
Queste sono solo alcune delle sagaci battute che Manu Larcenet ha disseminato in questo volume, al quale però l'etichetta di fumetto comico non si addice assolutamente. Ancora una volta, infatti, l'autore si dimostra maestro, così come aveva già fatto con l'opera che l'ha reso famoso in tutto il mondo, "Le Combat Orinaire" (Lo Scontro Quotidiano), nel mischiare l'arguta ironia alle scene, anche drammatiche, di vita reale. E non poteva essere altrimenti visto che il tema centrale dell'opera è la critica verso l'assurdità della guerra e le sue drammatiche conseguenza che ricadono sempre e inesorabilmente su coloro che non hanno mai avuto voce in capitolo in fatto di decisioni, ma sono stati costretti a prenderne parte.
Un albo da non perdere, soprattutto per coloro che hanno apprezzato Manu Larcenet e il suo Combat Ordinaire. Personalmente questo fumetto mi ha messo una gran voglia di leggere tutti gli altri della stessa serie e non passerà molto prima che li compri. Sono molto curioso soprattutto di vedere il Sigmund Freud versione Larcenet.
Al momento non mi risulta che Ligne de Front sia stata tradotto in italiano, ma vista l'importanza dell'autore e la creatività dell'opera, difficilmente le nostre case editrici se lo lasceranno scappare.
Rimane comunque ancora una domanda alla quale non ho voluto dare risposta.... Come è possibile che Van Gogh venga inviato al fronte durante la prima guerra mondiale se è morto nel 1890? L'esilerante risposta a questa domanda ve la lascio scoprire da soli, ma sappiate che ha a che fare con un piano militare segreto per eradicare il cubismo.
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