Antifona d'ingresso
Darò a voi dei pastori secondo il mio cuore,
essi vi guideranno con sapienza e dottrina. (Ger 3,15)
PRIMA LETTURA (Sap 7,22-8,1)
La sapienza è riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio.
Dal libro della Sapienza
Nella sapienza c’è uno spirito intelligente, santo,
unico, molteplice, sottile,
agile, penetrante, senza macchia,
schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto,
libero, benefico, amico dell’uomo,
stabile, sicuro, tranquillo,
che può tutto e tutto controlla,
che penetra attraverso tutti gli spiriti
intelligenti, puri, anche i più sottili.
La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento,
per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa.
È effluvio della potenza di Dio,
emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente;
per questo nulla di contaminato penetra in essa.
È riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell’attività di Dio
e immagine della sua bontà.
Sebbene unica, può tutto;
pur rimanendo se stessa, tutto rinnova
e attraverso i secoli, passando nelle anime sante,
prepara amici di Dio e profeti.
Dio infatti non ama se non chi vive con la sapienza.
Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione,
paragonata alla luce risulta più luminosa;
a questa, infatti, succede la notte,
ma la malvagità non prevale sulla sapienza.
La sapienza si estende vigorosa da un’estremità all’altra
e governa a meraviglia l’universo.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: La tua parola, Signore, è stabile per sempre.
Per sempre, o Signore,
la tua parola è stabile nei cieli.
La tua fedeltà di generazione in generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino a oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti.
Che io possa vivere e darti lode:
mi aiutino i tuoi giudizi.
Canto al Vangelo (Gv 15,5)
Alleluia, alleluia.
Io sono la vite, voi i tralci, dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Alleluia.
VANGELO (Lc 17,20-25)
Il regno di Dio è in mezzo a voi.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Commentoa cura di Monaci Benedettini Silvestrini Il Regno di Dio è in mezzo a noi!
Quando tra di noi parliamo dei regni umani il pensiero si indirizza subito a tutte le caratteristiche di cui questi sono connotati: lo sfarzo, la gloria, il potere... I farisei, da sempre sognatori di potere, chiedono a Gesù quando verrà il Regno di Dio. La loro attesa è fortemente legata a criteri umani, sperano quindi che la manifestazione divina sia accompagnata da bagliori di grandezza e dal ripristino di glorie passate. La risposta del Signore sicuramente li delude, ma per noi invece è di grande conforto: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». La presenza del Cristo già ha determinato l'avvento del Regno, l'accoglienza del suo vangelo e il vivere in conformità ad esso fa sì che il Regno sia dentro di noi. Occorre però tenere limpido lo sguardo della fede per «vedere» il giorno del Signore, per accorgersi dell'evento salvifico che egli porta a tutti noi, per godere della sua salvezza ed essere certi della sua e nostra risurrezione. A conclusione del brano Gesù ci ricorda una grande verità, che ci accompagnerà sempre: «ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione»: anche ai nostri giorni, anche noi del terzo millennio, stiamo ripudiando il Signore e ripetendo la sua crocifissione, ma ancora una volta dentro l'assurdo del peccato del mondo, egli si erge a vittima e salvatore nostro. È l'inevitabile passaggio nei meandri della sofferenza da cui Dio sa trarre i motivi della salvezza!
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