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Vangelo del giorno 21 Febbraio 2013

Creato il 13 febbraio 2013 da Lory663

Vangelo del giorno 21 Febbraio 2013 Salmi 138(137),1-2a.2bc-3.7c-8. 
Di Davide.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia:
hai reso la tua promessa più grande di ogni fama.
Nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza
e la tua destra mi salva.
Il Signore completerà per me l'opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 7,7-12. 

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;
perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra?
O se gli chiede un pesce, darà una serpe?
Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.

Meditazione del giorno 
Vangelo del giorno 21 Febbraio 2013 San Tommaso d'Aquino (1225-1274), teologo domenicano, dottore della Chiesa  Compendio teologico, 2,1
« Chiedete...., cercate..., bussate »
Quando la preghiera è rivolta ad una persona, deve prima di tutto esprimere il desiderio ed il bisogno di chi prega. Ha inoltre lo scopo di commuovere il cuore della persona che si prega, fino a farla cedere. Ma queste due cose non hanno ragione d'essere quando la preghiera è rivolta a Dio. Pregando non dobbiamo preoccuparci di manifestare i nostri desideri o le nostre necessità a Dio: lui sa tutto (Mt 6,8)... Se all'uomo è necessaria la preghiera per ottenere i benefici di Dio, è perché la preghiera fa bene a chi prega, lo aiuta a considerare la sua povertà e a desiderare con fervore e con spirito filiale quanto spera di ottenere. Si rende con ciò anche capace di riceverlo...
Pregare Dio ci rende presto familiari di Dio, poiché la nostra anima si eleva verso di lui, s'intrattiene amorevolmente con lui, e lo adora in spirito e verità (Gv 4,23). Così, in questa familiarità e amicizia con Dio, effetto della preghiera, si apre la strada per una preghiera ancora più confidente. Ecco perché in un salmo si dice: “Io t'invoco, mio Dio” cioè, ho pregato con fiducia “perché mi hai dato risposta” (17,6). Accolto nell'intimità di Dio dopo la prima preghiera, il salmista prega poi con maggiore fiducia. Perciò, nella preghiera rivolta a Dio, l'assiduità o l'insistenza nel domandare non sono inopportune. Anzi, piace a Dio, poiché “occorre pregare sempre – dice il Vangelo - senza stancarsi” (Lc 18,1). E altrove il Signore ci invita a chiedere: “Chiedete e otterrete, bussate e vi sarà aperto”.


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