L’esordio di una protagonista indimenticabile
La Dottoressa Silvana Cassandra Sarca, per gli amici Vani, protagonista de “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome”, il romanzo d’esordio di Alice Basso, edito da Garzanti Libri e in uscita nelle librerie a partire da giovedì prossimo, 14 maggio 2015, è uno di quei personaggi per i quali è impossibile non provare una simpatia a pelle. Cinica, caustica, misteriosa e oscura cattura il lettore fin dalle primissime pagine del romanzo, nelle quali “mette al proprio posto” il Dottor Mantegna, uno degli autori da lei “beneficati”. Il Dottor Mantegna è n medico di una certa fama che Vani ha aiutato a scrivere il suo romanzo d’esordio e che, nelle prime scene de “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” troviamo, nell’ufficio del capo di Vani, il Dottor Enrico Fuschi, un uomo che ha una calcolatrice non solo al posto del cuore ma anche al posto del cervello, intento a programmare e decidere quelle che saranno le strategie per la sua molto prossima comparsata televisiva durante la quale egli si troverà a parlare del suo libro appena uscito.
Se vi sono sembrato troppo sbrigativo nel delineare le figure di Enrico Fuschi e del Dottor Mantegna chiarisco subito che è stata un’azione premeditata per non anticiparvi troppo togliendovi così il gusto di immergervi nella lettura di quello che è un romanzo che cattura dalla prima all’ultima pagina riunendo in sé una serie di vicende e di situazioni che si amalgamano alla perfezione tra loro dando vita così ad un intreccio a dir poco perfetto. Altri elementi di questo intreccio sono Riccardo Randi, professore universitario entrato nel rutilante mondo letterario dopo l boom del suo romanzo d’esordio e che qui ritroviamo impantanato nella stesura del suo secondo romanzo, il quale intesserà con Vani un rapporto che pian piano si evolverà ben oltre i normali rapporti editoriali. Vi è poi Morgana, una studentessa quindicenne, che vive nello stesso palazzo di Vani e che sembra il suo clone con vent’anni di meno sulla carta d’identità. Completano, per così dire, il quadro Bianca, una scrittrice new-age, autrice di una collana di libri sugli Angeli e i loro messaggi e il commissario Berganza, un personaggio che “sembra uscito da un fumetto” o da un romanzo giallo, con quel suo impermeabile beige che lo fa somigliare molto a personaggi quali Dick Tracy, il tenente Colombo e il tenente Sheridan.
Ah…
E poi naturalmente vi è la famiglia di Vani che nel romanzo troviamo impersonata principalmente da Lara, la sorella di Vani che ne incarna l’antitesi. Almeno all’apparenza. Se infatti si legge il romanzo e si scava un pochino nelle sue pieghe troviamo che le due sorelle qualche punto almeno vagamente in comune ce l’hanno. Il principale di questi è, a mio avviso, dato dall’”uomo di punta” delle loro vite. Per Lara questa figura è incarnata dal marito Michele, un manager con dei comportamenti che spesso lo fanno somigliare ad un bambino capriccioso ma che comunque, nonostante tutto, si dimostra comunque “un buon marito e un padre meraviglioso”. Per Vani invece questa figura maschile preminente è data proprio dal suo capo il quale, pur apparendo non certo come il capo ideale per il quale lavorare, con quel suo essere freddo ed attaccato a quelli che sono gli aspetti economico-finanziari, ciononostante rivela, nel corso del romanzo, degli aspetti umani che lo rendono, se non proprio il prototipo di “Mister Simpatia”, quantomeno accettabile e vagamente, in fondo in fondo, ma proprio in fondo, vagamente simpatico.
Quindi, detto questo, non mi resta che invitarvi caldamente, ad acquistare e godervi fino in fondo “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” di Alice Basso e a lasciarvi avvolgere dalle sue atmosfere e avvincere dalle vicende e dalle trame alle quali questa promettentissima narratrice riesce a dare vita!