"Any city gets what it admires, will pay for, and, ultimately, deserves. Even when we had Penn Station, we couldn’t afford to keep it clean. We want and deserve tin-can architecture in a tinhorn culture. And we will probably be judged not by the monuments we build but by those we have destroyed."
- "Farewell to Penn Station," New York Times editorial, October 30, 1963
Da una città che ha distrutto una meraviglia dell'architettura come questa:
per sostituirla con questa roba qua:
Da una città come questa, dicevo, per quanto la ami, posso aspettarmi di tutto.
Posso aspettarmi che lo storico Chelsea Hotel venga sventrato e diventi così:
Posso aspettarmi che il mitico St. Mark's Bookshop, che sembrava salvo, in realtà non lo sia affatto, e stia cercando disperatamente i fondi per poter trasferirsi e sopravvivere (a proposito, domani, sabato, c'è un Cash-Mob davanti alla libreria: se potete andateci e donate!). Per la cronaca,il proprietario dello stabile dove si trova il St. Mark's Bookshop è Cooper Union, un'università privata la cui "missione riflette la convinzione fondamentale che l'educazione della massima qualità debba essere 'libera e gratuita come l'aria e l'acqua'". Evidentemente mantenere un affitto ragionevole per una delle migliori librerie della città non rientra nella "missione" di questi signori.
E infine, anche se non me lo aspettavo affatto, ho capito che avrei dovuto aspettarmi anche la fine della storica farmacia Lascoff, che mi piaceva proprio tanto.
Per saperne di più su Lascoff e la sua chiusura (e scoprire un paio di blog, uno sulla NYC che scompare e l'altro sui neon della città), date un'occhiata QUI, QUI e QUI.
Chissà cosa metteranno al suo posto: Gap o Starbucks?